Economia globale nella trappola dell’inflazione: cosa è successo nella settimana?

Violetta Silvestri

9 Luglio 2022 - 12:35

Inflazione e crisi energetica sono state protagoniste dell’economia globale anche in questa settimana ormai archiviata, con banche centrali in azione e Governi alle prese con i conti pubblici.

Economia globale nella trappola dell’inflazione: cosa è successo nella settimana?

Grandi economie alle prese con difficoltà e scelte difficili anche in questa settimana che volge al termine: con l’inflazione galoppante e il destino del gas russo incerto, il mondo resta intrappolato in una situazione assai complessa.

La crescita sostenuta dell’occupazione negli Stati Uniti e un tasso di disoccupazione vicino al minimo di 50 anni hanno rafforzato le scommesse sul fatto che la Federal Reserve procederà con un altro grande aumento dei tassi di interesse questo mese per frenare la domanda e contenere l’inflazione.

I rialzi dei costi di finanziamento sono stati il ​​tema della settimana anche in altri Paesi, come Ungheria e Pakistan, mentre i responsabili politici lavorano per estinguere le pressioni sui prezzi.

Nel frattempo, la Germania sta valutando la possibilità di mettere da parte severi limiti di prestito il prossimo anno, se la Russia interromperà le consegne di gas naturale per un periodo prolungato. In Giappone la spesa delle famiglie si è indebolita, mettendo in discussione la forza della ripresa.

Cosa è successo all’economia globale nella settimana appena trascorsa.

Banche centrali alle strette e recessione Usa

La settimana è stata molto impegnativa per le banche centrali, con più di una dozzina di tassi in tutto il mondo che sono aumentati. I rialzi record sono stati la maggioranza, con l’Ungheria a 200 punti base, il Pakistan a 125 punti base e altri otto a 50 o 100.

Le chiamate alla recessione stanno diventando più forti a Wall Street, ma per molte delle famiglie e delle imprese che compongono l’economia mondiale la recessione è già arrivata. Le preoccupazioni tra i proprietari di piccole imprese, i consumatori e altri sono illustrate dai cosiddetti Misery Index, che mescolano tassi di disoccupazione e inflazione.

Intanto, quasi 400.000 posti di lavoro aggiunti in un mese e un tasso di disoccupazione vicino al minimo di 50 anni sono probabilmente una prova sufficiente dell’estrema rigidità del mercato del lavoro statunitense.

L’Europa sempre più in crisi?

La Germania è destinata ad abbandonare il suo piano per tornare a limiti di prestito severi il prossimo anno, se la Russia interromperà definitivamente le consegne di gas naturale alla più grande economia europea, secondo persone che hanno familiarità con la questione.

C’è un accordo silenzioso tra i membri del gabinetto della coalizione del cancelliere Olaf Scholz sul fatto che Berlino non può attenersi ai suoi piani fiscali. Il momento, infatti, è di emergenza, con il presidente russo Vladimir Putin che utilizza la manutenzione programmata del gasdotto Nord Stream come scusa per interrompere i flussi di gas per un periodo più lungo, secondo le valutazioni tedesche.

Intanto, mentre si è aperta la crisi di Governo inglese, le aspettative per l’inflazione, i prezzi alla produzione e gli aumenti salariali tra le imprese britanniche stanno crescendo, secondo un sondaggio della Banca d’Inghilterra che potrebbe convincere i responsabili politici a spingere per maggiori aumenti dei tassi di interesse nei prossimi mesi.

Lo straordinario successo del presidente francese Emmanuel Macron nell’utilizzare la spesa pubblica per domare l’inflazione dilagante sta raggiungendo i suoi limiti, poiché un crescente onere del debito e la perdita di una maggioranza di governo limitano la sua capacità di agire. Un’intensificazione della compressione del costo della vita offuscherebbe ulteriormente le prospettive economiche della Francia e minaccerebbe di far rivivere le lamentele che hanno scatenato disordini durante il primo mandato di Macron, con le cosiddette proteste dei gilet gialli.

I segnali dall’Asia: Cina in ripresa o no?

Le famiglie giapponesi hanno tagliato la spesa a maggio per la prima volta in tre mesi, segno che la ripresa economica si sta rivelando più debole di quanto si pensasse.

Stanno aumentando i segnali che l’economia cinese si è ridotta nel secondo trimestre per la prima volta dal 2020, ponendo le statistiche ufficiali della nazione sotto un nuovo esame mentre gli analisti scommettono che il Governo eviterà di riconoscere quella crisi.

Il ministero delle Finanze cinese sta valutando la possibilità di consentire ai Governi locali di vendere 1,5 trilioni di yuan (220 miliardi di dollari) di obbligazioni speciali nella seconda metà di quest’anno, un’accelerazione senza precedenti dei finanziamenti infrastrutturali volti a sostenere l’economia assediata del Paese.

L’inflazione al dettaglio in Thailandia è accelerata a giugno raggiungendo un nuovo massimo da 14 anni, incoraggiando la banca centrale ad aumentare gli oneri finanziari prima possibile. Un’inflazione più rapida si aggiunge al motivo per cui la seconda economia più grande del sud-est asiatico si unirà alle banche centrali di tutto il mondo nell’inasprimento delle impostazioni politiche.

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