A scuola verrà insegnata anche l’educazione finanziaria, all’interno delle ore di educazione civica: a stabilirlo è il decreto Competitività varato dal Consiglio dei ministri. Come funzionerà?
L’educazione finanziaria diventa una materia scolastica. Rientrerà infatti nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica, secondo quanto stabilito dal disegno di legge Competitività, approvato in Consiglio dei ministri. A darne l’annuncio è stato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara.
L’obiettivo del governo è quello di permettere agli studenti di capire il mondo della finanza e dargli centralità nel percorso formativo di ognuno di loro. Come si legge nella nota del ministero dell’Istruzione, così facendo si vuole spiegare agli alunni l’importanza del risparmio e degli investimenti, rendendoli così “cittadini consapevoli e capaci di partecipare pienamente alla vita economica del Paese”.
La nuova materia verrà definita più approfonditamente dopo un confronto tra il ministero, la Banca d’Italia e la Consob, coinvolgendo anche le associazioni rappresentative degli operatori e degli utenti bancari. Verranno inoltre sottoscritti appositi accordi per promuovere la cultura finanziaria e verranno predisposte delle apposite linee guida per definire le modalità dell’insegnamento di questa materia nelle scuole.
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Educazione finanziaria, come verrà insegnata a scuola
L’idea alla base di questo provvedimento prevede la promozione della cultura finanziaria attraverso forme di cooperazione tra soggetti istituzionali e soggetti portatori d’interessi economici. Su questo punto, in realtà, non sono mancate le prime polemiche sul ruolo che potranno avere alcune figure nell’insegnamento di questa nuova materia, come per esempio i rappresentanti di banche e attività finanziarie.
Scuola, perché l’educazione finanziaria diventa una materia
Secondo alcuni esponenti della maggioranza, come il senatore di Forza Italia Dario Damiani, inserire l’educazione finanziaria tra le materie di studio è importante perché i giovanissimi in Italia “risentono di un gap in materia economico-finanziaria rispetto ai coetanei europei”. E questa differenza andrebbe colmata proprio attraverso la formazione scolastica, a suo avviso.
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Educazione finanziaria a scuola, Cgil contraria
Non tutti, però, accolgono positivamente questa novità. Dalla Flc Cgil arrivano i dubbi sollevati dal segretario generale, Francesco Sinopoli, parlando con l’Adnkronos. A suo giudizio questa decisione conferma l’orientamento politico per cui la scuola non è un luogo dove formare soggetti “capaci di riconoscersi parte attiva delle proprie scelte di vita”, ma “si preparano le nuove generazioni secondo un paradigma funzionalità, rendendo l’istruzione subalterna alle logiche di mercato e all’attuale modello di sviluppo”.
Inoltre Sinopoli lamenta il fatto che si decide di andare a inserire questo insegnamento nell’ambito della materia dell’educazione civica. Si tratta solamente di 33 ore in tutto l’anno scolastico e per questo, a suo giudizio, il rischio è di finire per “trascurare quelli che sono i veri temi relativi alla cittadinanza democratica”.
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