Le decisioni che arrivano dalla Spagna sul settore elettrico potrebbero avere un impatto importante sulle attività di Enel, presente nel paese con Endesa
Seduta pesante per Enel, con le vendite sul titolo che arrivano dopo la conferma della volontà del governo spagnolo di introdurre una serie di interventi per redistribuire gli extra-profitti generali dalle società energetiche ai consumatori finali.
Misure che la stessa Enel prevede avere un impatto sulla sua attività stimato da Equita tra i 150 e i 200 milioni nel migliore dei casi, anche se il gruppo se ne attende una riduzione nel corso dei lavori del Parlamento spagnolo che dovrà approvare le misure.
Le misure sull’elettricità in Spagna colpiscono Enel a Piazza Affari
Questa mattina Enel resta tra i titoli peggiori del Ftse Mib, con un calo del 3% a 7,20 euro per azione.
In Spagna, le decisioni del governo stanno colpendo anche i titoli delle maggiori compagnie produttrici di energia elettrica. Alla borsa di Madrid, infatti, Iberdrola ed Endesa (controllata Enel) seguono la scia della società italiana e cedono oltre il 3%.
Le misure del governo spagnolo
Nel dettaglio, il governo guidato dal socialista Pedro Sánchez prevede la riduzione della special electricity tax dal 5.1% allo 0.5%, la sospensione prolungata fino a fine anno della generation tax del 7% e il cap ai rendimenti degli impianti di più vecchia data (principalmente idroelettrici).
Oltre a sgravi fiscali, tra le proposte c’è il claw back del 90% degli eventuali extra-profitti generati da idroelettrico, nucleare e rinnovabili a fronte di prezzi del gas superiori a 20 euro per megawattora e fini a marzo 2022.
La view di Equita su Enel
Mentre si attende il completamento del processo parlamentare di approvazione, Equita SIM ha ribadito la sua raccomandazione “buy” su Enel, con un prezzo obiettivo a 9,4 euro.
Gli analisti della sim milanese hanno inoltre preparato un “worst case scenario” in cui Endesa, controllata spagnola di Enel, avrebbe un impatto one off potenziale di circa un miliardo a livello di Ebtida in termini di minori profitti rispetto all’upside degli attuali prezzi energia.
Nello scenario migliore (“best case”) analizzato da Equita, invece, l’impatto sarebbe limitato ai 100-200 milioni alla luce gli hedging attivi.
In ogni caso il giudizio degli analisti sulle misure del governo resta negativo, dato che comporta un “peggioramento del contesto regolatorio”.
Pertanto, Equita riduce prudenzialmente la stima sull’ebitda 2022 di circa 300 milioni e la valutazione del gruppo del 4%.
Conseguenze anche in Italia?
L’Istat, nel frattempo, ha rivisto al ribasso dello 0,1% le sue stime sull’inflazione, anche se i prezzi al consumo restano ai massimi pluriennali.
L’inflazione su base annuale ha visto un aumento al 2% (stima precedente 2,1%) ad agosto rispetto all’1,9% del mese precedente, mentre su base mensile l’IPC ha segnato un aumento dello 0,4% dal +0,5% del mese precedente.
Secondo l’istituto di statistica, l’accelerazione è causata prevalentemente proprio dai prezzi dei beni energetici (da +18,6% di luglio a +19,8%) e in particolare di quelli della componente non regolamentata (da +11,2% a +12,8%), mentre i prezzi della componente regolamentata continuano a registrare una crescita molto ampia (e in lieve accelerazione da +34,2% a +34,4%).
Gli analisti di Equita, però, non ritengono ci sia in Italia il rischio di interventi del governo simili a quelli in Spagna, prevedendo che l’esecutivo cercherebbe una soluzione che porti a un’eliminazione degli oneri generali in bolletta, già circolata sui giornali nei giorni scorsi, e lo spostamento di altre voci sulla fiscalità generale.
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