Eni compie un nuovo passo verso la decarbonizzazione con un business in UK per stoccaggio e trasporto di Co2 e il titolo. Per gli analisti il titolo ha un upside del 24%: ecco dove può arrivare.
Eni resta in vista dei massimi da quattro anni grazie a un accordo con il governo britannico, che potrebbe rivoluzionare il settore energetico e confermare la sua leadership nella transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio.
L’accordo storico riguarda la cattura e lo stoccaggio delle emissioni di CO2, un aspetto cruciale per affrontare la sfida climatica. Eni ha ottenuto il riconoscimento delle attività di decarbonizzazione come “business regolato”, una mossa senza precedenti a livello globale. Questo accordo è stato siglato con il Dipartimento per la Sicurezza Energetica e Net Zero del Regno Unito.
La partnership accelera il progetto HyNet North West di Eni, che mira a trasformare il Nord Ovest dell’Inghilterra e il Galles del Nord in un’area altamente sostenibile. Il progetto si concentra sulla cattura e lo stoccaggio delle emissioni di CO2 prodotte da industrie difficili da decarbonizzare, come i cementifici e le aziende energetiche.
Il colosso italiano dell’energia sta contribuendo in modo significativo alla riduzione delle emissioni di carbonio nel Regno Unito, avendo ottenuto licenze di stoccaggio per il giacimento di gas dismesso di Hewett e il progetto di Bacton. Questi due progetti combinati avranno la capacità di stoccare fino a 500 milioni di tonnellate di CO2.
L’accordo Eni-Regno Unito rappresenta un importante passo avanti nella transizione energetica e nel combattere le emissioni di carbonio. L’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha sottolineato l’importanza della Carbon Capture Storage (CCS) nel contrastare le emissioni delle industrie difficili da decarbonizzare. Questo accordo crea un modello di business sostenibile che potrebbe attrarre investimenti privati per sostenere ulteriori progetti di CCS su scala industriale.
L’ottimismo nei confronti di Eni è palpabile tra gli analisti, che ritengono che l’azienda possa superare i suoi obiettivi per il 2023. Equita Sim ha assegnato un giudizio “buy” per Eni, indicando un prezzo obiettivo a 19,50 euro (distante circa il 24% dai livelli attuali). Secondo la sim milanese, la continua innovazione e l’impegno verso la decarbonizzazione rendono Eni una figura di spicco nell’industria energetica e gli investitori sono in attesa dei risultati finanziari del terzo trimestre previsti per il 27 ottobre per valutare ulteriormente la sua posizione di leadership nel settore.
Prima di vedere la nuova strategia con un Turbo Unlimited Certificates di BNP Paribas, analizziamo i livelli di supporto e resistenza secondo l’analisi tecnica.
Analisi tecnica Eni: strategie operative
Eni ha raggiunto i massimi da quattro anni dimostrando di possedere energie sufficienti per estendere il movimento ascendente verso target a 16 euro, top di aprile 2019, e 16,90 euro, massimi del 2018. Il ritorno sotto area 15,40 potrebbe invece ridimensionare tali aspettative anticipando ripiegamenti verso 14,80-14,90 e successivamente verso 14,67 per la chiusura del gap lasciato aperto il 9 ottobre. Supporto successivo in area 14,30, minimi di ottobre e base del canale che contiene il rialzo partito nel 2020.
Eni, grafico giornaliero. Fonte: TeleTrader
Sintetizziamo di seguito i livelli da monitorare per la nostra strategia:
Trigger: livelli attuali
Primo target: 16 euro
Secondo target: 16,90 euro
Stop loss: 15,40 euro
Eni: strategia long con i Turbo Unlimited Long Certificate di Bnp Paribas
Nell’ipotesi di una strategia “long” su Eni interveniamo oltre 15,70 euro per target a 16 e 16,90 euro, con stop loss localizzato a 15,40 euro.
Per questa strategia, si adatta il certificato Turbo Long di Bnp Paribas con ISIN NLBNPIT1OIH0 leva 4,24.
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