Esplosione solare raggiungerà la terra il 20 luglio, quali conseguenze?

Luna Luciano

19/07/2023

Un’esplosione solare durata ore sul sole raggiungerà la terra il 20 luglio. Ecco cos’è un brillamento solare e quali sono le conseguenze.

Esplosione solare raggiungerà la terra il 20 luglio, quali conseguenze?

Un’esplosione solare generato da una macchia solare è durato ben 4 ore dovrebbe raggiungere il nostro Pianeta Terra il 20 luglio non senza conseguenze.

L’esplosione solare si è verificata alle prime ore di martedì 18 luglio, l’intensa attività della nostra stella ha generato tre brillamenti, o eruzioni solari. La produzione di radiazioni del terzo e più potente eruzione, generato dalla macchia solare Ar3363, è rimasta ai livelli di classe M per ben quattro ore.

Le esplosioni solari, o brillamenti solari, sono in realtà fenomeni piuttosto comuni che dipendono dall’attività del Sole, che aumenta e diminuisce in uno schema di 11 anni noto come ciclo solare.

Gli scienziati seguono questa attività in base al numero di macchie solari visibili. Durante il minimo solare, per esempio, possono passare mesi senza che ci siano macchie. L’attuale ciclo solare, il Solar Cycle 25, è iniziato a dicembre 2019 e si prevede che raggiunga il massimo nel 2025 prima che la sua attività svanisca nuovamente.

Sono le attività delle macchie solari a generare questi brillamenti che possono variare per intensità e durata. Per tali ragioni è opportuno spiegare cosa siano i brillamenti solari e quali sono le conseguenze per la Terra.

Esplosione solare: cos’è il brillamento solare?

L’esplosione solare verificatasi sulla nostra stella non è un fenomeno raro. I brillamenti solari sono esplosioni di radiazioni che si verificano nelle regioni attive intorno alle macchie solari e la loro frequenza corrisponde all’intensità delle macchie solari in un dato momento, variando da più volte al giorno, quando l’attività è particolarmente intensa, a una volta a settimana.

I brillamenti solari vengono quindi classificati in base alla loro intensità. La classe X è la più potente, seguita poi dalla classe M e dalle C, B e A, che sono ciascuna progressivamente 10 volte più deboli. Il terzo brillamento solare verificatosi il 18 luglio è stato però particolarmente intenso e si è protratto per ore, portando gli esperti a classificarlo come di classe M.

Esplosione solare: quali conseguenze?

Sebbene l’esplosione non sia stata la più potente, è stata classificata nella classe M, ossia di media entità, è stato sufficiente per generare un flusso di radiazioni solari, che possono interferire con i sistemi di comunicazione e geolocalizzazione, interrompendo l’attività dei satelliti e causando blackout radio sull’emisfero terrestre rivolto al Sole, come spiegato dall’agenzia statunitense Noaa (National oceanic and atmospheric administration).

I brillamenti solari di classe X, i più intensi di tutti, si verificano soprattutto nei periodi di picco dell’attività solare e possono causare forti blackout radio, innescando addirittura tempeste geomagnetiche intense fino ad essere estreme.

Ma non è tutto qui. Il potente brillamento solare del 18 luglio non ha causato solo un flusso di radiazioni solari. Infatti, come ha osservato il coronografo del telescopio spaziale Soho della Nasa e dell’Esa, il potente brillamento ha prodotto l’espulsione di massa dalla corona solare (Cme). Rilasciando nello spazio una gigantesca “bolla” di particelle cariche chiamata plasma.

In ogni caso se le radiazioni emesse dai brillamenti solari viaggiano a una velocità della luce, raggiungendo la Terra velocemente, mentre le Cme, il plasma, e altri materiali viaggiano più lentamente attraverso lo spazio. Stando agli scienziati, quindi, l’esplosione solare dovrebbe raggiungere le vicinanze della Terra il 20 luglio generando tempeste geomagnetiche, anche se non è previsto che colpisca direttamente il nostro pianeta, mentre gli altri materiali non dovrebbero raggiungere la Terra.

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