Euro dollaro, la parità è uno scenario possibile? L’analisi

Violetta Silvestri

14/05/2024

La coppia EUR/USD attende novità dalla Fed e dai dati Usa per trovare nuove direzioni. Cosa aspettarsi e perché la parità è ancora possibile?

Euro dollaro, la parità è uno scenario possibile? L’analisi

L’euro dollaro flette lievemente intorno a 1,0787 martedì, dopo aver chiuso in territorio positivo lunedì.

Gli operatori di mercato attendono i dati sul sentiment ZEW dalla Germania e dall’UE, gli aggiornamenti sull’inflazione dei produttori dagli Stati Uniti e il discorso del presidente della Fed Powell nel corso della giornata odierna come potenziali driver in rialzo o in ribasso per la coppia.

I risultati macroeconomici statunitensi e le mosse delle banche centrali sono senza dubbio i motori principali del movimento della coppia, con la massima attenzione dei trader alla divergenza tra Bce e Fed nell’allentamento della politica monetaria che potrebbe indebolire la valuta comunitaria.

Una ripresa del sentimento ribassista nel dollaro statunitense ha provocato una forte risposta nella coppia EUR/USD, spingendola verso i massimi plurigiornalieri di 1,0800 lunedì.

Il temporaneo calo del dollaro ha coinciso con una sessione piuttosto negativa dei rendimenti statunitensi su varie scadenze, sempre in un contesto macro invariato, che continua a vedere la Fed iniziare il suo ciclo di allentamento a settembre rispetto a un inizio di tagli dei tassi di interesse da parte della Bce a giugno.

In questo contesto, l’euro dollaro ha ancora spazio per oscillare. Cosa aspettarsi?

EUR/USD oscilla in attesa di Fed e Bce

La coppia resta sotto la soglia di 1,08 in apertura degli scambi europei, con i riflettori accesi su commenti e aspettative riguardanti il taglio dei tassi Bce e Fed.

Il governatore del FOMC Phillip Jefferson ha sostenuto all’inizio della giornata la continuazione dell’attuale orientamento di politica monetaria fino a quando non ci saranno chiari segnali che le pressioni sui prezzi si stanno moderando verso l’obiettivo del 2% della Fed. Parlando di inflazione, la pubblicazione dell’indice dei prezzi alla produzione (PPI) e dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) nel corso della settimana potrebbe gettare ulteriore luce sulla potenziale tempistica dell’avvio del programma di taglio dei tassi da parte della Fed.

Nel prossimo futuro, l’analisi di Fxstreet prevede che qualsiasi debolezza temporanea del dollaro sarà di breve durata a causa del potenziale rinvio della diminuzione del costo del denaro negli Usa.

Per quanto riguarda la Bce, le recenti dichiarazioni dei politici hanno suggerito una crescente probabilità che la banca inizi il suo programma di allentamento a giugno, anche se persistono incertezze riguardo alle future decisioni della BCE oltre l’estate. A questo proposito, giovedì de Guindos ha osservato che la BCE è cauta nel prevedere qualsiasi tendenza oltre giugno.

Guardando al futuro, i fondamentali economici relativamente modesti dell’Eurozona, uniti alla resilienza dell’economia statunitense, supportano le aspettative di un dollaro più forte nel medio termine, soprattutto considerando la crescente probabilità che la Bce tagli i tassi ben prima della Fed.

L’euro evita la parità con il dollaro, cosa aspettarsi?

Amanda Cooper e Stefano Rebaudo su Reuters hanno fatto notare che l’euro ha resistito per ora alla caduta verso la parità con il dollaro, grazie anche a un contesto economico più roseo.

Solo un mese fa, la caduta dell’euro ai minimi di cinque mesi aveva spinto gli analisti a parlare di un ritorno alla parità sul biglietto verde, poiché la fragilità dell’Eurozona contrastava con la resilienza dell’economia americana che aveva rilanciato il dollaro e spinto gli investitori a frenare le scommesse sull’allentamento Fed.

Tassi di interesse nell’area dell’euro più bassi rispetto a quelli degli Stati Uniti rimangono un ostacolo, ma l’euro sembra su una base più forte grazie in parte a un contesto macroeconomico in miglioramento.

L’ultima tornata di sondaggi sui responsabili degli acquisti, ad esempio, ha mostrato che l’attività commerciale nella zona euro è cresciuta a un ritmo più veloce di quello negli Stati Uniti in aprile, per la prima volta in un anno. Ciò ha aiutato l’euro a recuperare circa l’1,7% dai minimi di aprile a circa 1,0708 dollari.

Le previsioni sull’euro dollaro

Un calo prolungato dell’euro potrebbe aumentare i prezzi delle importazioni e riaccendere l’inflazione, limitando così la portata della Bce nel tagliare i tassi.

Quest’anno l’euro ha perso circa il 2,5% rispetto al dollaro e l’Eurotower, che non ha come obiettivo un tasso di cambio, non può facilmente ignorare un’ulteriore debolezza.

“In una certa misura, i nostri dati e le nostre decisioni sono naturalmente influenzati dalla Fed. Non lavoriamo nel vuoto. Con il dollaro, la Fed è, in senso figurato, il gorilla nella stanza”, ha detto il governatore della banca centrale austriaca Robert Holzmann Handelsblatt in un’intervista pubblicata l’8 maggio.

Altri fattori, come un’impennata del prezzo del petrolio o un peggioramento delle tensioni geopolitiche, potrebbero indebolire l’area euro, danneggiando nuovamente le prospettive di crescita e amplificando l’effetto inflazionistico di una valuta più debole.

Su Fxstreet, gli strateghi Chris Turner e Francesco Pesole hanno evidenziato che un mese fa, il quadro più evidente era la forte economia statunitense e la diminuzione delle possibilità di tagli dei tassi da parte della Fed, controbilanciati da una Bce che prevedeva con sicurezza un taglio dei tassi. Un mese dopo, la situazione statunitense si è attenuata, il quadro dell’Eurozona è migliorato e la volatilità è diminuita mentre il cambio EUR/USD continua a essere scambiato intorno a 1,07/1,08.

“Sospettiamo che questo contesto possa continuare per un altro mese circa, con rischi probabilmente simmetrici per il cambio EUR/USD da qui in poi”, hanno aggiunto in una nota.

Alcuni analisti ritengono che tre tagli da parte della Bce e nessun taglio da parte della Fed quest’anno, portando il divario a 213 pb, potrebbero riportare l’euro alla parità, il che potrebbe far suonare un campanello d’allarme alla Bce se la debolezza valutaria minacciasse di alimentare l’inflazione.

L’euro ha raggiunto la parità per l’ultima volta intorno all’agosto 2022, quando il divario tra i tassi delle due banche centrali era di 238 punti base.

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