La Russia ha affermato di aver approvato l’utilizzo di un farmaco contro la COVID-19. Già da giugno verrà distribuito negli ospedali, visto che ha ricevuto il via libera dal ministero della Salute. Di cosa si tratta? I dettagli
La Russia ha approvato un farmaco per il trattamento del coronavirus e inizierà a erogarlo negli ospedali già da giugno.
Si chiama Avifavir e, nonostante stia ancora nella fase finale degli studi clinici su circa 330 pazienti, il medicinale è pronto per essere utilizzato nelle cure della COVID-19 in Russia.
La grande nazione euroasiatica è sotto osservazione dalle ultime settimane di maggio per la crescita dei contagiati. Ora, lo Stato è al terzo posto a livello mondiale per numero di positivi, superiori a 414.000.
La Russia, quindi, cerca con impazienza un trattamento efficace per curare i pazienti in aumento. Con Avifavir, Mosca spera di aver trovato una soluzione significativa nel campo delle cure mediche.
Farmaco anti-coronavirus al via in Russia: i dettagli
A dare la buona notizia è stato il Russian Direct Investment Fund, fondo sovrano russo istituito nel 2011 dal Governo per effettuare investimenti in società leader nei settori dell’economia nazionale.
RDIF ha finanziato lo sviluppo e la produzione in Russia di trattamenti basati su favipiravir, un farmaco antinfluenzale sviluppato per la prima volta in Giappone con il nome di Avigan, in una joint venture 50-50 con la società farmaceutica russa ChemRar.
Studi preliminari sembrano dimostrare che potrebbe abbreviare i tempi di recupero per i pazienti affetti dalla COVID-19. La fase finale dei test clinici su Avifavir su 330 pazienti è in corso, ma il ministero della Sanità russo ha già temporaneamente approvato l’uso del farmaco come trattamento per il coronavirus.
Kirill Dmitriev, CEO del Russian Direct Investment Fund, non ha nascosto un certo entusiasmo nel presentare la novità:
“Riteniamo che ora ci siano solo due farmaci antivirali contro il virus che sono davvero efficaci, quelli sono il remdesivir, fatto dagli Stati Uniti, e questo favipiravir, che ha anche una promessa significativa”
RDIF e il gruppo ChemRar hanno dichiarato che a giugno consegneranno 60.000 trattamenti di Avifavir agli ospedali russi.
L’efficacia di Avifavir, trattamento russo
Secondo la nota di RDIF e della società ChemRar, Avifavir è il primo farmaco per il trattamento dell’infezione coronavirus prodotto in Russia e ha dimostrato un’elevata efficacia nel trattamento di pazienti con coronavirus durante gli studi clinici.
Per questo, il medicinale ha ricevuto un certificato di registrazione dal Ministero della Salute della Federazione Russa. Pertanto, Avifavir è diventato il primo farmaco a base di Favipiravir al mondo approvato per questa epidemia.
Secondo i dati ricevuti da una precedente sperimentazione clinica del farmaco, il 65% dei 40 pazienti è risultato negativo per il coronavirus dopo cinque giorni di trattamento. L’efficacia osservata è di due volte superiore rispetto al gruppo di terapia standard, stando a RDIF e ChemRar.
La Russia si lancia nella cooperazione per la salute globale
La scoperta e l’approvazione del nuovo farmaco russo arriva in un momento particolare per la cooperazione globale in tema di salute. Donald Trump, infatti, ha minacciato l’uscita dall’OMS, creando tensioni a livello internazionale.
Parlando della necessità di mettere da parte le differenze politiche, Dmitriev ha sottolineato l’importanza della solidarietà globale nella lotta all’epidemia.
“Penso che sia importante cooperare con molti Paesi ... non c’è dubbio che siamo riusciti in questo risultato solo condividendo le nostre informazioni con altri Stati...il Giappone è stato un ottimo partner e solo lavorando insieme abbiamo potuto davvero affrontare questo problema”
In questa ottica, la Russia si candida a nazione leader nella ricerca di soluzioni per la salute globale. Contraria allo spirito competitivo nel settore farmacologico e riguardo il vaccino, la nazione russa vuole fare perno sulla scoperta del trattamento Avifavir per mostrarsi collaborativa e, probabilmente, in antitesi con l’approccio statunitense.
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