La fattura elettronica viola il GDPR: lo ha detto il Garante Privacy in una nota all’Agenzia delle Entrate. Cosa cambia ora? Ecco tutte le novità e l’ipotesi di una proroga in extremis.
La fattura elettronica va cambiata, viola il regolamento UE sulla protezione dei dati. È il Garante Privacy a comunicarlo in data 16 novembre 2018 con una nota rivolta all’Agenzia delle Entrate.
A poco più di un mese dall’entrata in vigore dell’obbligo di fattura elettronica il Garante Privacy si è pronunciato a riguardo, affermando che la nuova modalità di invio digitale dev’essere necessariamente e considerevolmente revisionata, dal momento che va contro la nuova normativa europea prevista dal GDPR.
L’obbligo di fattura elettronica per i titolari di Partita IVA potrebbe dunque non partire dal 1° gennaio 2019 in quanto presenterebbe un rischio elevato per la privacy dei soggetti interessati.
Viene rimproverato all’Agenzia delle Entrate che i provvedimenti per l’attuazione delle nuove regole di fattura elettronica sono stati adottati senza aver consultato il Garante Privacy, requisito obbligatorio in seguito all’approvazione del testo del decreto GDPR.
L’ipotesi di una proroga della fattura elettronica si fa sempre più concreta, ora alla proposta del CNDCEC e agli emendamenti proposti al testo del decreto fiscale 2019, si aggiunge il rimprovero del Garante della Privacy e la necessità di modificare in modo sostanziale la complessa procedura per l’invio digitale dei dati, pena il rinvio dell’entrata in vigore dell’obbligo.
Fattura elettronica viola il GDPR, ecco cosa va cambiato
Nel caos legato all’imminente avvio dell’obbligo di fattura elettronica ora non ci sono solo gli operatori IVA ma vi si trova anche la stessa Agenzia delle Entrate che dovrà rivedere la procedura, modificando e predisponendo nuovamente e nel minor tempo possibile le modalità digitali al fine di garantire un adeguato trattamento dei dati personali, così come previsto dal GDPR.
Si ricorda inoltre che tale processo dovrà ricevere l’approvazione del Garante Privacy, che ha ripreso le Entrate su diversi aspetti critici della fattura elettronica, chiedendo di rivedere i seguenti punti:
- i dati personali presenti nelle fatture elettroniche;
- la messa a disposizione delle fatture sul portale dell’Agenzia;
- il ruolo degli intermediari e dagli altri soggetti operanti nell’ambito della fatturazione elettronica;
- ulteriori criticità relative ai canali di trasmissione e al recapito delle fatture elettroniche, alla correttezza e trasparenza dell’app mobile, e al servizio di conservazione delle fatture da parte dell’Agenzia.
In attesa delle modifiche e delle nuove disposizioni dell’Agenzia delle Entrate, che tengano conto quanto fatto presente dal Garante Privacy, l’ipotesi di una proroga dell’avvio dell’obbligo di fattura elettronica si fa sempre più stringente, pertanto la data dell’introduzione obbligatoria potrebbe slittare ben oltre il 1° gennaio 2019.
Garante Privacy: tutte le criticità della fattura elettronica
La fattura elettronica così com’è stata disposta dall’Agenzia delle Entrate non può entrare in vigore perché non rispetta la nuova normativa UE sul trattamento dei dati personali.
Il Garante Privacy ha ricordato alle Entrate che con l’entrata in vigore del GDPR per la protezione dei dati personali ora l’Autorità deve essere chiamata “anche in fase legislativa”.
Se così fosse stato forse un riscontro tempestivo avrebbe potuto contribuire all’avvio di una nuova procedura digitale “con modalità e garanzie rispettose della protezione dei dati personali fin dalla progettazione”.
È quanto si legge nel comunicato stampa pubblicato il 16 novembre 2018 sul sito web del Garante Privacy e indirizzato all’Agenzia delle Entrate al fine di avvisare sulla sproporzionata raccolta di informazioni personali e sui rischi di usi impropri da parte di terzi.
Il nuovo obbligo di fattura elettronica risulta incompatibile con il GDPR presentando rilevanti criticità, si legge nella nota del Garante Privacy, il quale aggiunge che tale “trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio dei dati personali su larga scala” è potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana di tutti i cittadini.
Ora è atteso un riscontro da parte dell’Agenzia delle Entrate, la quale dovrà comunicare al più presto al Garante Privacy le modifiche da apportare alla procedura di fattura elettronica in modo tale da rendere il trattamento dei dati personali conforme alla normativa UE prevista dal GDPR.
Proroga fattura elettronica: ipotesi sempre più concreta
Ancor prima della nota del Garante Privacy, l’ipotesi di una proroga della fattura elettronica era stata avvalorata dall’emendamento al testo del DL 119/2018 proposto da Fratelli d’Italia.
La fattura elettronica sarà prorogata nel caso in cui il Governo Lega M5S, in sede di conversione in legge del decreto fiscale 2019, approverà la novità presente nell’emendamento.
Ma ancora prima era stato il CNDCEC ad avanzare la proposta di proroga della fattura elettronica, in particolare le ultime novità fanno appello a un avvio graduale della nuova procedura digitale e all’estensione della moratoria sulle sanzioni per i ritardi nell’invio.
Entrambe le proposte, dichiara il Consiglio Nazionale dei Commercialisti, nascono dalla necessità di adeguarsi a questa nuova “cultura della fattura elettronica”, che richiede tempo per adattarsi alle nuove e diverse modalità digitali su cui si basa.
La cosiddetta “cultura della fattura elettronica” è stato un vero e proprio mantra all’interno del convegno ad essa dedicato svoltosi lo scorso 12 novembre con la partecipazione dell’Agenzia delle Entrate e dei commercialisti.
Ma a quanto pare non si è ancora pronti a questo stravolgimento digitale di una procedura che fino ad oggi è stata gestita in modalità cartacea.
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