L’FBI chiede di accedere ai dati del social network di Mark Zuckerberg per monitorare le possibili minacce terroristiche diffuse tramite piattaforma. Ma da Menlo Park non ci stanno
L’FBI chiede accesso ai dati di Facebook. La richiesta mira a portare avanti un monitoraggio anti strage, tenendo sotto controllo le eventuali comunicazioni e minacce terroristiche diffuse tramite il social di Mark Zuckerberg.
Solo una massiccia raccolta di dati sarebbe infatti utile a individuare le possibili minacce per gli Stati Uniti, e garantire così un margine d’azione maggiore per le forze di polizia, che potrebbero tenere sotto controllo un cruciale mezzo di comunicazione e di propaganda per gruppi criminali, eversivi e violenti.
Ma la domanda della polizia federale USA non trova la piena collaborazione da parte del gigante di Menlo Park, visto che consentire l’accesso alle informazioni costituirebbe una violazione delle policy della piattaforma.
Facebook: l’FBI preme per un monitoraggio anti strage del social
A riportare per primo la notizia è stato il Wall Street Journal, secondo cui l’FBI ha chiesto accesso ai dati di Facebook così da monitorare le eventuali minacce terroristiche per gli Stati Uniti.
Il riferimento va in primis alle sparatorie di inizio agosto in Texas e Ohio, e prende di mira tutte gli annunci e le comunicazioni estremiste e violente portate avanti tramite piattaforma, dal suprematismo bianco al terrorismo islamico.
Ma garantire alla polizia federale accesso ai dati rappresenterebbe per Facebook una violazione della privacy stando all’accordo raggiunto proprio con l’Authority USA nel lungo iter giudiziario che ha seguìto lo scandalo Cambridge Analytica.
Un reclamo di fronte al quale l’FBI ha semplicemente rimbalzato ulteriori oneri verso la compagnia di Zuckerberg, specificando che entro il 27 agosto dovrà proporre una modalità pronta a garantire l’estrapolazione dei dati dal social.
Replica che invita indirettamente il gigante di Menlo Park a fare in modo che entrambi gli elementi in ballo - la consultazione dei dati e la questione privacy - trovino la giusta conciliazione, portando verso un monitoraggio che non implichi violazioni.
Secondo ultime indiscrezioni di stampa infatti il contratto - in fase di stipula tra le due parti - prevederebbe dati raccolti dall’FBI “nel rispetto dei requisiti sulla compliance in termini di libertà civili e privacy”.
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