Rinnovo del contratto per Forze Armate e di Polizia: strada in salita, i sindacati chiedono più risorse. Con quelle a disposizione aumento netto di appena 35,00€.
Rinnovo del contratto per le Forze Armate e di Polizia: la concertazione è ormai stata avviata, seppur con qualche polemica.
Il primo incontro per l’avvio delle procedure negoziali di rinnovo del contratto del personale non dirigente del comparto sicurezza e difesa si è tenuto il 27 ottobre; a questo hanno preso parte i sindacati delle Forze di Polizia e i rappresentanti delle Forze Armate, i quali hanno colto l’occasione per avanzare le proprie richieste all’amministrazione.
A tal proposito, c’è stata qualche polemica da parte delle Forze di Polizia per il fatto che il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, non ha preso parte all’incontro, delegando il suo vice Matteo Mauri. Ha preso regolarmente parte alle trattative, invece, il Ministro della funzione pubblica, Fabiana Dadone.
Ma il tema centrale delle polemiche riguarda, come al solito, le risorse. Le lamentele, infatti, riguardano la mancanza di riconoscimento della specificità, in quanto le risorse a disposizione saranno suddivise equamente tra i vari comparti del pubblico impiego. E con le risorse attuali l’importo netto dell’incremento di stipendio non sarà assolutamente adeguato al ruolo ricoperto dal personale in divisa.
Forze Armate e di Polizia: solo 35 euro di aumento, com’è possibile?
Per quanto riguarda la cifra presunta per l’aumento di stipendio che sarà riconosciuto con il rinnovo del contratto per il triennio 2019-2021 c’è ancora molta confusione.
Da una parte dal Governo continuano a garantire che si tratterà di un incremento a tre cifre; anche per questo motivo con la Legge di Bilancio 2021 saranno aggiunti altri 500 milioni di euro alle risorse a disposizione, così da arrivare a 3,675 miliardi di euro.
Risorse che però sono inadeguate per i sindacati. Come spiegato dal SAP, Sindacato Autonomo di Polizia, con queste risorse il personale in divisa riceverà un aumento - netto - di circa 35 euro medi mensili.
E con queste risorse sarà anche impossibile riconoscere adeguate indennità per le importanti responsabilità del personale dirigente, come pure per gli specifici compiti di ordine e sicurezza pubblica, contrasto alla criminalità e di gestione patrimoniale.
Anche il SAP ritorna sulla specificità che deve essere riconosciuta al personale in divisa, specialmente in questa fase di trattative:
La norma che riconosce al personale delle Forze di Polizia la specificità della funzione (L.183/2010) va adeguatamente valorizzata in modo da implementare ulteriormente le risorse disponibili facendo leva proprio su tale peculiarità.
Questa una delle richieste mosse dai sindacati, ma non è l’unica. Vediamo, a tal proposito, quali sono le altre istanze su cui si sta discutendo in queste ore.
Rinnovo del contratto delle Forze di Polizia: le richieste dei sindacati
Il SAP ci tiene a ricordare al Governo quanto sia importante la “funzione svolta da tutti gli uomini e le donne del Comparto Sicurezza per il bene del Paese”. Un ruolo che non solo è complesso, ma anche particolarmente rischioso.
Ci sono periodi, come quello che stiamo vivendo ma si ricordi anche il lavoro svolto dagli uomini in divisa nell’ambito dell’allerta terrorismo, in cui l’importanza delle Forze dell’Ordine è visibile a tutti. E questa importanza merita di avere la dovuta attenzione e riconoscimento da parte del Governo.
Come prima cosa, quindi, bisogna mettere mano alle risorse per garantire un adeguato aumento di stipendio, così da “garantire l’indipendenza della funzione a tutte le donne e uomini in divisa ossia assicurare a tutti gli operatori e alle loro famiglie una esistenza libera e dignitosa”.
E sarà importante intervenire anche sulla parte dello stipendio accessorio, settore per il quale tutto è fermo dal lontano 2002. Così come sarà necessario adeguare le indennità remunerative dei servizi operativi; basti pensare che ancora oggi - per quanto riguarda le Forze di Polizia - un turno in volante è “sottopagato” a 3,38€ netti, mentre un’ora notturna a 2,30€.
Altro tema di discussione dovrà essere quello del rimborso pasto in missioni, oggi pari a circa 22,00€ e “inferiore a quello riconosciuto ad un pentito o ad un collaboratore di giustizia” (31,00€). E tra le richieste c’è anche quella di accreditare direttamente i ticket buoni pasto in busta paga.
Parimenti, bisognerà rivedere anche la parte normativa, anch’essa ferma da tempo (dieci anni). Questa deve essere urgentemente adeguata alle necessità attuali, sia per quanto riguarda la previdenza complementare che per la tutela legale.
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