Quanto gas c’è ancora nelle riserve di Europa e Italia? Gli stoccaggi si stanno svuotando: i motivi dell’allerta sulle riserve e sui prezzi della materia prima. Cosa succede?
La maledizione del gas affligge di nuovo l’Europa, mettendo in allerta anche il nostro Paese. Se, infatti, finora il punto di forza della sicurezza energetica del vecchio continente erano gli stoccaggi pieni al 90%, oggi è stato lanciato l’allarme proprio delle riserve in rapido calo.
Cosa sta succedendo alle scorte di gas dei Paesi membri UE e, di conseguenza, al prezzo della preziosa materia prima? Un mix di fattori sta alimentando nuove - e vecchie - preoccupazioni tra le nazioni europee, così vulnerabili da un punto di vista energetico da quando la guerra in Ucraina ha cambiato ogni scenario. Il contesto, tra l’altro, non aiuta a rasserenare gli orizzonti, visto che sta crescendo il timore di un aumento dell’inflazione a causa della minaccia dei dazi di Trump. Se anche i prezzi del gas salgono, la spinta inflazionistica sembra davvero inevitabile.
In sintesi, il 2025 non è iniziato nel migliore dei modi e il trend del mese di febbraio è poco rassicurante. I futures europei sul gas naturale sono saliti verso i 58€ per megawattora lunedì 10 febbraio, il livello più alto da gennaio 2023. A spingere in alto la quotazione è stata la somma di una serie di fattori: il clima più freddo ha accelerato il prelievo di scorte regionali e con temperature gelide previste nell’Europa nord-occidentale, la domanda di riscaldamento è destinata ad aumentare, alimentando un rally che ha dominato il mercato quest’anno. Meno energia eolica e lo stop al gas russo di passaggio via Ucraina hanno esacerbato la situazione, costringendo ad attingere maggiormente alle riserve.
Il consumo di gas mette a dura prova le scorte, che sono al minimo per questo periodo dell’anno dalla crisi energetica del 2022, piene solo al 49% rispetto al 67% di un anno fa, sollevando preoccupazioni sul rifornimento estivo.
Cosa aspettarsi? Ecco quanto gas c’è negli stoccaggi europei e dell’Italia.
Perché c’è un allarme scorte gas in Europa?
I numeri aiutano a quantificare l’allerta: lo stoccaggio di gas europeo era al 49% della capacità il 10 febbraio, al di sotto del 67% dell’anno scorso e della media decennale del 51% per lo stesso periodo.
Il consumo stagionale è stato maggiore rispetto ai due inverni precedenti a causa del clima più freddo, delle velocità del vento più basse (con minore produzione di energia eolica) e della cessazione delle importazioni attraverso l’ultimo grande gasdotto che collega l’Europa alla Russia all’inizio dell’anno.
Il rifornimento degli stoccaggi durante i mesi estivi, quando storicamente la domanda e i prezzi sono relativamente bassi, è diventato più complesso (e costoso) da quando l’Europa ha ridotto drasticamente le sue importazioni di gas russo nel 2022 in risposta alla guerra in Ucraina.
Oltre a importare gas tramite gasdotto dalla Norvegia e dal Nord Africa, l’Europa è stata costretta a dipendere molto di più dal gas naturale liquefatto (GNL), il che significa competere con i mercati esteri per i volumi, provenienti principalmente dagli Stati Uniti.
L’anomalia dei prezzi, inoltre, ha reso ancora più complessa la situazione. In sostanza, i prezzi del gas naturale Benchmark TTF per i mesi estivi del 2025 sono saliti vertiginosamente rispetto ai prezzi dell’inverno 2026. I trader hanno quindi pochi incentivi a immagazzinare gas prima dell’inverno 2026 perché perderebbero denaro.
Per incoraggiare gli operatori a riempire gli stoccaggi, i prezzi devono rientrare in una struttura di mercato nota come contango, in cui i prezzi futuri sono più alti dei prezzi immediati, il che significa che il gas può essere immagazzinato a prezzi più bassi oggi per essere venduto a prezzi più alti in futuro.
Raggiungere gli obiettivi di stoccaggio europei potrebbe quindi diventare difficile e più costoso. Supponendo che i livelli di capacità di stoccaggio del gas scendano a circa il 35% entro la fine dell’inverno, raggiungere l’obiettivo del 90% costerebbe circa 36 miliardi di euro agli attuali prezzi del gas TTF, secondo i calcoli di Reuters.
Quanto gas hanno Europa e Italia?
Ma quanto gas c’è in Europa? Secondo l’analisi del think tank Bruegel aggiornato al 4 febbraio, questo in arancione è il livello di stoccaggio dell’Europa:
![Stoccaggio gas Europa](IMG/jpg/6sRwRdB1Rd0KqJUNPDh4QdDzz4qO76i3WbYnVJwI.jpg)
Il livello è decisamente inferiore a quello dello stesso periodo del 2024 e anche del 2023. La mappa dei Paesi aiuta a capire in quale situazione si trova l’Italia:
![Mappa riserve gas](IMG/jpg/MUQtyrOAczdww06mYEjaNdU0iRzqjOzWqNkE1SAO.jpg)
I dati sono aggiornati al 27 gennaio, ma nel frattempo la situazione è ulteriormente cambiata, pur restando invariate le comparazioni tra Paesi. Secondo la piattaforma Gas Infrastructure Europe, al 10 febbraio il nostro Paese può contare su stoccaggi pieni al 58%, la Germania al 48% e la Francia al 29%, evidenziando una condizione più critica di altri.
© RIPRODUZIONE RISERVATA