Il prezzo del gas in Europa raggiunge nuovi massimi a causa degli eventi improvvisi nella guerra in Ucraina. Cosa rischia il vecchio continente e cosa aspettarsi sul costo energetico?
La maledizione del gas russo perseguita l’Europa, con il prezzo sul benchmark olandese di riferimento che sale su nuovi massimi di 8 mesi.
Nel dettaglio, i futures europei sul gas naturale sono aumentati di oltre il 3% a più di 41€ per megawattora, il massimo in otto mesi, spinti dalle preoccupazioni sulle forniture di gas attraverso l’Ucraina.
Il rischio persistente di azioni militari nella regione di Sudzha sta contribuendo a questa tendenza al rialzo, in particolare dopo che la recente incursione dell’Ucraina nella regione russa di Kursk ha messo a repentaglio un punto di transito cruciale per il gas.
Sebbene il vecchio continente stia diversificando le sue fonti energetiche, diversi Paesi come l’Austria e la Slovacchia dipendono ancora dal gas russo trasportato attraverso l’Ucraina. Le nuove manovre belliche, però, sono una reale minaccia a quel che resta dei flussi verso l’Europa. Si rischia uno shock energetico? I prezzi saliranno ancora di molto? Alcuni analisti offrono delle valutazioni, con l’unica certezza che la volatilità indebolisce la sicurezza energetica del nostro continente.
La guerra in Ucraina spaventa l’Europa con il balzo del prezzo del gas
L’Europa sotto scacco. Il rischio che le forniture di gas naturale russo potessero interrompersi si è verificato molto prima del previsto, provocando onde d’urto in un mercato altamente sensibile alle interruzioni dell’approvvigionamento.
La reporter di Bloomberg Anna Shiryaevskaya sintetizza così il contesto attuale così concitato. A quattro mesi dalla conclusione dell’accordo per il trasporto del carburante attraverso i gasdotti ucraini verso l’Europa, il rischio di un’interruzione improvvisa è aumentato dopo l’inaspettata incursione transfrontaliera dell’Ucraina nella regione che ospita un importante punto di prelievo del gas nei pressi di Sudzha.
Mentre il carburante continua a scorrere nonostante le truppe ucraine mantengano la loro posizione, le tensioni hanno fatto schizzare alle stelle i prezzi europei nel bel mezzo di quella che solitamente è una stagione estiva con una bassa domanda (e prezzi in calo).
Il gasdotto in questione, che sta mettendo in agitazione la quotazione europea, è l’Urengoy-Pomary-Uzhgorod dell’era sovietica, che trasporta carburante dalla Siberia occidentale attraverso Sudzha nella regione russa di Kursk. Quindi scorre attraverso l’Ucraina in direzione della Slovacchia.
In Slovacchia il gasdotto è diviso, uno dei rami va nella Repubblica Ceca, l’altro in Austria. I principali acquirenti di gas sono Ungheria, Slovacchia e Austria.
Nel 2023 sono stati forniti circa 14,65 miliardi di metri cubi (bcm) di gas tramite Sudzha, ovvero circa la metà delle esportazioni di gas naturale russo verso l’Europa.
Doversi analisti hanno comunque fatto notare che la minaccia al gasdotto russo sta avendo un impatto di mercato sproporzionato. La rotta soddisfa solo circa il 5% della domanda in Europa, dopo che la maggior parte delle nazioni si è assicurata consegne alternative nel mezzo di una spinta a diversificare lontano da Mosca.
I trader sono però nervosi e reagiscono anche ai rischi percepiti da eventi imprevisti. Ciò vale anche per gli sviluppi in altri luoghi di produzione da cui dipende il continente, come gli Stati Uniti e la Norvegia.
In concomitanza con il previsto aumento della domanda con l’avvicinarsi della stagione del riscaldamento, le oscillazioni dei prezzi del gas diventeranno probabilmente più estreme. E la vulnerabilità energetica europea continuerà.
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