Un Paese senza gas russo dal 1° gennaio in Europa: cosa sta per accadere e perché una crisi energetica causata da Gazprom può tradursi in una rivoluzione politica?
Il 2025 si preannuncia problematico per la sicurezza energetica in Europa.
Il gigante energetico russo Gazprom ha infatti dichiarato che avrebbe sospeso le esportazioni di gas verso la Moldavia a partire dal 1° gennaio a causa del debito non pagato dal Paese, che si sta quindi preparando a gravi interruzioni nella fornitura elettrica.
La decisione è arrivata appena tre giorni prima della scadenza dell’accordo tra Russia e Ucraina sul transito del gas, che Kiev non intende prorogare a causa del protrarsi dell’invasione russa del Paese.
L’Ucraina bloccherà quindi la fornitura della materia prima attraverso il suo territorio, impedendo così il transito verso la Slovacchia, la Moldavia e in una certa misura l’Ungheria.
Gazprom si riserva, inoltre, il diritto di adottare qualsiasi misura, compresa la risoluzione del contratto di fornitura con la Moldavia. La Russia fornisce alla nazione circa 2 miliardi di metri cubi di gas all’anno, che viene convogliato tramite tubature attraverso l’Ucraina fino alla regione separatista della Transnistria, dove viene utilizzato per generare energia a basso costo, venduta alle zone della Moldavia controllate dal governo.
Cosa sta per succedere in Moldavia per “colpa” di Gazprom
La tensione sta salendo in vista della decisione di Gazprom di bloccare il flusso d gas verso la Moldavia.
Il primo ministro moldavo Dorin Recean ha condannato la scelta russa: “Questa decisione conferma ancora una volta l’intenzione del Cremlino di lasciare gli abitanti della regione della Transnistria senza luce e riscaldamento nel bel mezzo dell’inverno”, ha scritto Recean su Facebook, accusando Mosca di usare l’energia come arma politica.
La questione energetica ha, in effetti, un significato più profondo. La Russia, che critica il governo centrale della Moldavia orientato verso l’Occidente, ha affermato che il Paese dovrebbe pagare un debito sulle forniture passate. Secondo i calcoli russi, il debito ammonta a 709 milioni di dollari. La Moldavia ha stimato il debito a 8,6 milioni di dollari.
Gazprom ha dichiarato in precedenza di pretendere che la Moldavia paghi quanto dovuto prima di iniziare a pompare gas nel Paese attraverso rotte alternative.
Il colosso statale russo non ha il monopolio sul mercato del gas moldavo dal 2022, quando il Cremlino ha tagliato di un terzo le forniture alla Moldavia, citando i problemi causati dai bombardamenti ucraini. Di fronte a una grave crisi energetica, Chișinău ha reindirizzato tutto il restante gas russo in Transnistria e ha iniziato ad acquistare il proprio gas da fornitori europei.
Sebbene ciò abbia permesso a Chișinău di affermare di non dipendere più da Gazprom, la Moldavia ha continuato ad acquistare elettricità a basso costo dalla Transnistria che era stata prodotta dal gas russo.
Naturalmente, in caso di emergenza, la Moldavia potrebbe acquistare elettricità dalla vicina Romania, ma ciò sarebbe molto più costoso dell’attuale accordo, innescando un aumento dei prezzi per i consumatori. Il governo preferirebbe evitare questo tipo di frustrazione pubblica in vista delle elezioni parlamentari del 2025.
Intanto, la Transnistria ha dichiarato lo stato di emergenza. Il gas russo a buon mercato non è solo una fonte di calore e luce per lo stato separatista, ma la base della sua intera economia. Le esportazioni di elettricità generata dal gas del territorio separatista apportano entrate preziose, facilitano il funzionamento di quasi un centinaio di imprese industriali e garantiscono la legittimità delle autorità locali garantendo che le bollette rimangano basse.
La Moldavia senza gas russo pronta a una svolta storica?
A testimonianza di quanto la geopolitica delle risorse sia un motore cruciale per le svolte politiche, un’analisi di Carnegie Politika ha sottolineato come finora il gas sia stata la principale fonte di influenza di Mosca nella regione separatista.
Questo sembra essere il motivo per cui Chișinău è rimasto convinto che il Cremlino avrebbe trovato un modo per continuare a pompare gas in Transnistria.
È possibile che Gazprom possa reindirizzare le forniture di gas alla Transnistria attraverso i gasdotti Trans-Balcani o TurkStream. Tuttavia, ciò richiederebbe la prenotazione anticipata della capacità richiesta, cosa che Gazprom non ha fatto.
L’ipotesi che Mosca non abbia più intenzione di spendersi per appoggiare la regione indipendentista (non riconosciuta “de jure” dalla comunità internazionale, ma esistente solo “de facto”) sembrerebbe offrire al governo di Chișinău un’opportunità storica per porre fine al lungo conflitto separatista e unire il Paese.
Tuttavia, l’emergenza adesso è che la Moldavia aiuti prima la Transnistria a superare una crisi energetica.
Secondo gli analisti, inoltre, la discussione pubblica sulle opportunità più ampie che la fine delle forniture di gas russo alla Transnistria potrebbe aprire per la Moldavia appare debole. Invece di concentrarsi sui costi e sui benefici derivanti dalla possibilità di unificare il Paese, Chișinău ripete semplicemente che la sua priorità principale è l’adesione all’UE.
Tuttavia, se c’è una cosa che potrebbe accelerare l’adesione della Moldavia all’UE, è risolvere l’annoso conflitto separatista ripetono gli osservatori. Senza l’arma del gas russo in Transinistria potrebbe essere tutto più facile. O generare una crisi politico-sociale accanto a quella energetica.
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