Euro in forte flessione nei confronti del dollaro e non solo: la guerra in Ucraina e la minaccia di sanzioni pesanti nel settore energetico stanno affondando le valute europee.
Terremoto nel mercato valutario del vecchio continente.
L’euro è sceso al di sotto della parità contro il franco
svizzero negli scambi asiatici di oggi, lunedì 7 marzo, come non accadeva da gennaio 2015 a causa della crescente preoccupazione degli investitori per l’invasione russa dell’Ucraina.
Lo zloty polacco e il fiorino ungherese sono scesi ai minimi storici rispetto all’euro. Tutte le valute dell’Europa orientale sono scivolate rispetto al dollaro nell’ultima settimana, guidate dalle perdite del rublo.
La moneta comunitaria continua a perdere terreno sul dollaro e non solo, sulla scia di quanto già accaduto nella scorsa settimana. Il pericolo di un embargo sul petrolio russo, l’ultima delle proposte si sanzioni contro Putin, sta suscitando il panico nei mercati.
Euro in sofferenza: la guerra manda in tilt il Forex
L’EUR/USD ha incontrato nuove pressioni ribassiste nella prima sessione europea di lunedì e ha toccato il livello più debole da maggio 2020 vicino a 1,0800.
Il biglietto verde, di contro, continua a capitalizzare sui flussi verso gli asset rifugio, con l’indice del dollaro USA che sale oltre 99,00 per la prima volta in 22 mesi.
Mentre si scrive, la coppia EUR/USD scambia a 1,0836, con una perdita dello 0,82%.
In una sola settimana, l’euro ha mostrato una flessione costante sul dollaro, perdendo crica il 2,8%, come mostra il grafico:
Secondo gli analisti di Fxstreet, si prevede che la valuta europea rimarrà sotto forte pressione fino a quando durerà il conflitto Russia-Ucraina mentre si rafforza la «fuga verso la sicurezza».
Nel lungo periodo, sulla coppia potrebbero influire la speculazione di un potenziale aumento dei tassi di interesse da parte della BCE, nonché il rialzo dei rendimenti tedeschi, il persistere dell’inflazione elevata, il ritmo della ripresa economica.
Il fattore banca centrale resta uno dei più osservati. Ci sono rinnovate aspettative di un cambiamento accomodante nelle prospettive politiche della BCE. Secondo un sondaggio Reuters condotto di recente, l’Eurotower dovrebbe attendere fino agli ultimi mesi del 2022 prima di aumentare il tasso di riferimento.
“Dei 33 sui 45 intervistati che si aspettavano che il tasso di deposito salisse da un minimo storico di -0,50% quest’anno, 18 l’hanno visto a -0,25% a fine anno, nove lo avevano inferiore e sei lo hanno visto più alto”, ha scritto Reuters.
Valute europee sconvolte dal conflitto
“Non è possibile giudicare razionalmente quando le valute europee smetteranno di scendere finché non vedremo un indizio della fine dell’invasione russa dell’Ucraina”: così si è espresso Daisaku Ueno, chief currency strategist presso Mitsubishi UFJ Morgan Stanley.
Il commento si concentra sul fatto che le valute dei Paesi più vicini alla zona di guerra sono state vendute dato che saranno le più colpite da una reazione contro le sanzioni alla Russia.
Nessuna moneta europea è stata risparmiata da un selloff in questo mese. L’euro, la seconda valuta più scambiata al mondo e uno degli “short più liquidi” in Europa, è scivolato di circa il 5% negli ultimi 30 giorni.
“La guerra in Ucraina colpirà più duramente l’economia europea data la sua dipendenza dal petrolio russo. L’euro può scendere fino a $1,06”, ha affermato Takuya Kanda, direttore generale del Gaitame.com Research Institute di Tokyo.
Intanto, le nazioni orientali dell’Unione Europea stanno intensificando gli interventi di mercato per proteggere le loro valute dal selloff. La banca centrale ceca ha venduto valuta estera venerdì, unendosi all’autorità monetaria in Polonia, che è intervenuta per la terza volta la scorsa settimana.
La Banca nazionale svizzera si è detta pronta a muoversi e affrontare il rapido rafforzamento del franco.
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