L’esito elettorale del 5 novembre e la composizione del Congresso influenzeranno la direzione dei mercati finanziari, con diversi scenari di mercato da considerare prima di investire.
Il duello tra Harris e Trump si fa sempre più serrato in vista dell’election day del 5 novembre, con investitori e analisti divisi tra chi scommette sulla continuità delle politiche economiche in caso di vittoria di Harris e chi, invece, punta su un cambiamento radicale delle politiche fiscali e commerciali sotto una nuova presidenza Trump.
L’esito delle elezioni USA potrebbe dunque avere ripercussioni significative sull’S&P 500, uno degli indici azionari più seguiti al mondo e termometro delle aspettative di mercato.
Ma quali sono, nel dettaglio, i fattori in grado di influenzare l’andamento dell’S&P 500? Analizziamo i trend storici, le reazioni del mercato dopo le scorse elezioni e delle proiezioni future.
Previsioni sull’S&P 500 in caso di vittoria di Kamala Harris
Nel corso della sua campagna elettorale, Kamala Harris ha promesso di adottare politiche economiche mirate a promuovere una crescita inclusiva, con un focus particolare sulla riduzione delle disuguaglianze sociali. Per finanziare gli investimenti in infrastrutture e programmi sociali, la Harris potrebbe però aumentare le tasse per i contribuenti più facoltosi e le aziende, con aliquote al 28%. Con l’aumento delle entrate fiscali e della spesa pubblica, l’economia potrebbe migliorare nel breve termine, sostenuta dall’occupazione nei settori privati coinvolti nei progetti di infrastrutture e servizi e dall’aumento dei consumi.
In questo caso, le previsioni sull’S&P 500 sono positive nel breve termine, grazie all’aumento della domanda aggregata che genera maggiori ricavi e profitti per le aziende quotate, ma comporterebbe un aumento dell’inflazione che rischia di danneggiare la crescita nel lungo termine.
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Secondo un’analisi condotta dal Committee for a Responsible Federal Budget, il debito federale potrebbe salire di 3.500 miliardi di dollari entro il 2035 nel caso di una presidenza Harris e di 7.500 miliardi con Trump.
Secondo gli analisti, le performance del mercato azionario potrebbero essere migliori con un Senato repubblicano: con un governo diviso, il potere della Harris verrebbe limitato e molte iniziative potrebbero non trovare applicazione, come gli aumenti delle aliquote fiscali per le società, a beneficio dell’S&P 500.
Gli esperti di UBS guardano con favore alle politiche commerciali della Harris, più orientate alla cooperazione internazionale e in grado di ridurre le incertezze nei mercati: una regolamentazione più blanda e una maggiore prevedibilità politica favorirebbero la fiducia degli investitori.
In sintesi, un governo diviso o una vittoria di Harris con un Senato repubblicano potrebbero tradursi in una stabilità che rassicura Wall Street, mitigando l’ansia degli investitori e garantendo una certa crescita per l’indice.
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Previsioni sull’S&P 500 in caso di rielezione di Donald Trump
Le previsioni sull’S&P 500 sono contrastate, invece, nel caso di una rielezione di Trump, con stime che indicano un ribasso compreso tra lo 0,7% e il 2,6%.
Storicamente, i peggiori rendimenti dell’indice benchmark statunitense si sono verificati sotto un governo repubblicano unificato (con il GOP alla Camera), con un ribasso medio del 9,6% nei due anni successivi all’insediamento di George W. Bush nel novembre 2000 (nel pieno della bolla dot.com).
Dopo le performance positive degli ultimi due anni, la combinazione di un’amministrazione Trump 2.0 e di un controllo del Congresso da parte dei repubblicani, potrebbe ridurre l’entusiasmo degli investitori. Secondo gli esperti di Piper Sandler, le politiche fiscali più favorevoli a Wall Street di un governo monopartitico potrebbero favorire una nuova impennata dell’inflazione e un aumento del deficit nel lungo termine. In questo contesto, la Fed potrebbe essere costretta a sospendere il ciclo di riduzione dei tassi mantenendo il rendimento dei Treasury decennali sopra il 4%, con un impatto negativo sui mercati.
Secondo Goldman Sachs, tuttavia, il risultato elettorale di novembre vedrà una Camera e un Senato molto divisi, senza senza una maggioranza in grado di mettere in atto le audaci promesse di Trump. Storicamente, un governo diviso ha maggiori probabilità di esercitare disciplina fiscale.
Andamento storico dell’S&P 500 dopo le elezioni USA
L’andamento storico dell’S&P 500 dopo le elezioni USA offre spunti interessanti per cogliere le tendenze future del mercato.
Osservando i cicli elettorali del passato, si nota come le performance dell’indice non siano state influenzate dal risultato elettorale, con un trend positivo sia con presidenti repubblicani che democratici. Il rendimento medio annualizzato dell’S&P 500 dal 1926 al 2023 è stato del 12,16%, con performance migliori registrate durante il mandato di presidenti democratici (+14,78%) rispetto al +9,32% durante gli anni di presidenza repubblicana. In questo periodo sono stati eletti 23 presidenti, con 51 anni di amministrazione democratica e 47 repubblicana.
Un altro fattore rilevante è stato il tipo di governo: durante i periodi di governo unificato, con un solo partito a controllare entrambe le camere del Congresso, l’S&P 500 ha registrato un rendimento medio annuo del 10%, calcolato dal 1933 al 2024 escludendo il periodo 2001-2002.
A discriminare i rendimenti sono stati l’instabilità politica e cambiamenti nelle normative, che hanno determinato una maggiore volatilità sui mercati nel caso di governo diviso: con un presidente democratico e i repubblicani al Congresso, l’S&P 500 è salito mediamente dell’8,79% annualmente, mentre durante una presidenza repubblicana con il Congresso assegnato ai democratici il rendimento medio annuo è stato negativo dell’1,81%.
Le migliori performance per l’S&P 500 si sono verificate in scenario che vedeva il Congresso diviso tra i due schieramenti: l’indice è salito mediamente del 17,78% durante una presidenza democratica e del 16,37% con un presidente repubblicano.
Questi risultati evidenziano come la necessità di compromessi tra le due parti nelle decisioni governative porti a una maggiore prevedibilità e a una migliore pianificazione a lungo termine per le aziende dell’S&P 500.
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Cosa aspettarsi dall’S&P 500 dopo le elezioni USA
Gli analisti si aspettano che l’S&P 500 continui a crescere dopo le elezioni USA. Per la terza volta quest’anno, Goldman Sachs ha rivisto al rialzo il suo obiettivo di prezzo per l’indice, fissandolo a 6.000 punti per fine 2024 e a 6.300 punti entro 12 mesi.
Questi risultati sono supportati dalla stabilità dei dati macroeconomici e dalla crescita dei margini aziendali. Secondo gli analisti, i profitti cresceranno del 12,3% l’anno prossimo e del 12,6% nel 2026, mentre gli utili per azione (EPS) delle aziende USA aumenteranno dell’11% nel 2025.
Il target price calcolato dagli esperti di BMO è ancora più ambizioso, pari a 6.100 punti entro fine anno, supportato dalle decisioni di politica monetaria della Fed che prevedono una progressiva riduzione dei interesse a vantaggio delle big tech e di una fase di espansione dell’economia.
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