Il prezzo del petrolio torna a salire, ma tutto può cambiare entro il 2030

Violetta Silvestri

12/06/2024

Prezzo del petrolio in rialzo, perché il greggio torna a salire? Il clima di ottimismo sulla domanda globale spinge l’oro nero, cosa aspettarsi?

Il prezzo del petrolio torna a salire, ma tutto può cambiare entro il 2030

Prezzo del petrolio in aumento: l’ottimismo sulla domanda spinge di nuovo in rialzo il greggio.

Le quotazioni Brent e WTI hanno registrato una ripresa questa settimana, dopo aver subito una svendita innescata dal piano OPEC+ di restituire parte della produzione quest’anno, il che si aggiungerebbe alla robusta offerta dall’esterno del gruppo.

L’equilibrio domanda/offerta è apparso piuttosto sbilanciato negli ultimi mesi a vantaggio di forniture in eccesso. Previsioni deboli e incerte sulla ripresa economica mondiale, con la Cina grande incognita e l’Europa ancora traballante nella crescita, hanno pesato sulle stime relative al consumo di greggio.

Tuttavia, previsioni ottimistiche sulla domanda globale espresse dall’Energy Information Administration e dall’Opec negli ultimi report, rafforzate dai dati di settore che mostrano che le scorte di greggio statunitensi sono scese più del previsto la scorsa settimana, hanno riacceso il greggio.

Il prezzo del petrolio è in aumento, con i futures sul Brent oltre gli 82 dollari al barile (0,82%) e quelli sul WTI a 78,62 dollari al barile (+0,95%).

In focus ci sono anche le previsioni dell’Agenziaa internazionale dell’Energia che ha fotografato la situazione petrolifera entro il 2030, con interessanti cambiamenti in vista.

Petrolio, il prezzo aumenta per questo motivo

Il prezzo del petrolio estende i guadagni nella sessione del 12 giugno.

La Energy Information Administration ha alzato le previsioni di crescita della domanda mondiale di petrolio nel 2024 a 1,10 milioni di barili al giorno rispetto a una stima precedente di 900.000 barili giornalieri, mentre l’OPEC ha mantenuto le sue previsioni per il 2024 di un consumo relativamente forte del petrolio, citando le aspettative per viaggi e turismo nella seconda metà.

Proprio il cartello petrolifero, che molto influenza l’andamento dei prezzi, rimane positivo riguardo alle prospettive future. Il gruppo ha mantenuto le sue previsioni su una domanda forte nella seconda metà di quest’anno, con stime più rialziste rispetto ad altri operatori del settore.

“Il petrolio greggio è salito in quanto l’OPEC ha mantenuto le sue previsioni per un rafforzamento della domanda”, hanno detto in una nota gli analisti di ANZ, aggiungendo che il consumo di petrolio sarà probabilmente guidato dalla Cina e da altre economie emergenti. “Nonostante abbia annunciato la scorsa settimana che inizierà a eliminare gradualmente alcuni dei tagli volontari entro la fine dell’anno, le previsioni OPEC suggeriscono che dovrebbe essere facilmente assorbito dal mercato”.

“Abbiamo notato un deficit considerevole nel terzo trimestre, il che suggerisce che i prezzi hanno ancora spazio per salire, ha affermato Warren Patterson, responsabile della strategia sulle materie prime per ING Groep NV a Singapore. “Il bilancio petrolifero sarà restrittivo nel breve termine”.

Da evidenziare che la scorsa settimana i prezzi erano scesi di oltre il 2% dopo che il cartello e i suoi alleati avevano dichiarato che avrebbero gradualmente eliminato i tagli alla produzione a partire da ottobre. Il timore era di un eccesso di greggio rispetto alla forza della domanda.

Nel frattempo, le scorte di petrolio greggio degli Stati Uniti sono diminuite di 2,428 milioni di barili nella settimana terminata il 7 giugno, secondo fonti di mercato che citano i dati dell’American Petroleum Institute. Il calo è stato maggiore di quanto si aspettassero gli analisti intervistati da Reuters.

Petrolio, tutto cambia entro il 2030?

L’Agenzia internazionale per l’energia ha dichiarato che un’impennata della produzione globale di petrolio guidata dagli Stati Uniti dovrebbe superare la crescita della domanda da qui alla fine del decennio, spingendo la capacità inutilizzata a livelli senza precedenti e potenzialmente ribaltando la gestione del mercato OPEC +.

La stima ha suscitato un severo avvertimento per le Big Oil da parte del direttore esecutivo dell’AIE Fatih Birol, che ha suggerito che le maggiori major energetiche del mondo potrebbero voler allineare le loro strategie commerciali con i cambiamenti in atto.

Nel suo ultimo rapporto di mercato a medio termine, intitolato Oil 2024, l’organismo di vigilanza globale sull’energia ha affermato che la crescita della domanda di petrolio è sulla buona strada per rallentare prima di raggiungere il suo picco di quasi 106 milioni di barili al giorno entro il 2030. Una cifra in aumento rispetto a poco più di 102 milioni di barili al giorno nel 2023.

L’AIE stima anche che la capacità di produzione totale di petrolio salirà a quasi 114 milioni di barili al giorno entro il 2030, ben 8 milioni di barili al giorno al di sopra della domanda globale prevista. Questo comporterebbe livelli di capacità inutilizzata mai visti prima, se non al culmine dei blocchi di Covid-19 nel 2020.

Ha avvertito che queste dinamiche potrebbero avere “conseguenze significative” per i mercati petroliferi, compresa l’industria dello shale statunitense e le economie produttrici dell’OPEC e non solo.

Mentre la ripresa della pandemia perde slancio, le transizioni verso l’energia pulita avanzano e la struttura dell’economia cinese cambia, la crescita della domanda globale di petrolio sta rallentando ed è destinata a raggiungere il suo picco entro il 2030 secondo Birol dell’AIE.

In sintesi, il decennio in corso potrebbe concludersi con un surplus di offerta di petrolio, con tutte le conseguenze su prezzi, produzione ed entrate dei Paesi erogatori di greggio.

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