Instagram ha annunciato la rimozione di tutti i post che mostrano appoggio a Soleimani, al fine di conformarsi alle sanzioni statunitensi. I dettagli
Instagram ha annunciato di aver già cominciato a rimuovere post che esprimono supporto a Qassem Soleimani, il comandante iraniano ucciso su esplicito ordine del presidente USA Donald Trump.
Secondo quanto comunicato da un portavoce del gruppo Facebook alla CNN, la decisione segue la necessità di conformarsi alle sanzioni statunitensi.
In tutta risposta, il governo iraniano ha annunciato un’azione legale contro il social network, dando vita a un portale governativo dedicato a tutti gli utenti che intendono segnalare casi di post rimossi.
Instagram è infatti una delle poche piattaforme di social media occidentali non bloccata in Iran. Facebook e Twitter sono bloccati, anche se alcuni vi accedono comunque tramite VPN.
In un tweet, il portavoce del governo iraniano, Ali Rabiei, ha definito le azioni di Instagram “non democratiche”.
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Instagram rimuovendo post a favore di Soleimani
Instagram ha chiuso l’account di Soleimani lo scorso aprile, dopo che il governo degli Stati Uniti aveva segnalato ufficialmente l’Islamic Revolutionary Guard Corps (IRGC), organizzazione terroristica di cui Soleimani era comandante.
“Operiamo seguendo le leggi statunitensi sulle sanzioni, comprese quelle relative all’IRGC da parte del governo americano e la sua leadership”,
ha dichiarato un portavoce di Facebook tramite una nota.
Anche il calciatore iraniano Alireza Jahanbakhsh, che ha un account Instagram ufficiale, ha pubblicato una foto celebrativa di Soleimani dopo la sua morte, denunciando poi che la piattaforma ha rimosso il post.
Come parte della necessità di restare conforme alla legge degli Stati Uniti, il portavoce di Facebook ha dichiarato che la società rimuove gli account gestiti da o per conto di persone e organizzazioni sanzionate.
Rimuove anche i post che lodano le azioni delle parti sanzionate e degli individui che cercano, direttamente o indirettamente, di fornirgli supporto, anche se esiste sempre un procedimento di ricorso se gli utenti ritengono che i loro post siano stati rimossi per errore.
Di recente la CNN ha contattato anche Twitter e Google per chiedere come gestiscono i contenuti relativi alle persone sanzionate dal governo degli Stati Uniti, ma entrambe le compagnie non hanno rilasciato nessun commento a riguardo.
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