Intelligenza artificiale: questa decisione di OpenAI potrebbe cambiare tutto

Lorenzo Bagnato

26 Settembre 2024 - 18:30

Il CEO di OpenAI, l’azienda dietro ChatGPT e DALL-E, ha preso una decisione che potrebbe sconvolgere il mondo dell’intelligenza artificiale.

Intelligenza artificiale: questa decisione di OpenAI potrebbe cambiare tutto

OpenAI, la startup dietro l’attuale boom dell’intelligenza artificiale, starebbe valutando una ristrutturazione interna per diventare un’azienda a scopo di lucro. Reuters ha riportato per prima la notizia come un articolo esclusivo, citando come fonti persone a conoscenza della questione.

L’azienda è diventata una delle startup più in voga al mondo nel 2022 quando ha rilasciato DALL-E e ChatGPT. Questi software basati sull’intelligenza artificiale sono capaci di generare immagini e testi con una quasi totale autonomia solo tramite un prompt da parte dell’utente.

Fondata nel 2015, OpenAI è stata supportata da investitori multimiliardari, da Elon Musk al CEO di Nvidia Jensen Huang. Più di recente, Microsoft ha acquisito una quota di 10 miliardi di dollari, incorporando il software di OpenAI nel suo motore di ricerca.

Nonostante l’immensa quantità di supporto, tuttavia, OpenAI non ha mai abbandonato la sua struttura non-profit. Nello specifico, la startup è di proprietà di una società a scopo di lucro, il cui azionista di maggioranza è l’organizzazione non-profit chiamata OpenAI.

Come ha affermato più volte il co-fondatore e CEO di OpenAI Sam Altman, la struttura non-profit di OpenAI era necessaria per garantire la sicurezza della sua creazione. La sicurezza delle applicazioni AI è diventata una questione controversa subito dopo il rilascio di ChatGPT. Molti imprenditori tecnologici di alto livello, tra cui il co-fondatore di OpenAI Elon Musk, hanno avvertito che l’AI potrebbe essere un rischio per l’umanità.

Elon Musk ha fondato la sua società di intelligenza artificiale chiamata xAI.

La matassa di OpenAI

L’anno scorso, il consiglio di amministrazione di OpenAI ha attraversato diverse tempeste, a partire dalla temporanea estromissione di Altman come CEO lo scorso novembre. Da allora, diversi dirigenti di alto livello della startup hanno lasciato l’azienda, tra cui il co-fondatore Ilya Sutskever e l’ex responsabile della sicurezza Jan Leike.

Più di recente, la Chief Technology Officer di OpenAI, Mira Murati, si è dimessa dall’azienda. «Dopo molta riflessione, ho preso la difficile decisione di lasciare OpenAI», ha scritto Murati su X mercoledì. «Non c’è mai un momento ideale per lasciare un posto a cui si tiene, eppure questo momento sembra giusto».

In risposta, Altman ha detto che questo era «il momento giusto» per pensare a una ristrutturazione completa dell’azienda.

«Restiamo concentrati sulla creazione di un’intelligenza artificiale che avvantaggi tutti e stiamo lavorando con il nostro consiglio di amministrazione per garantire che siamo nella posizione migliore per avere successo nella nostra missione. L’organizzazione non-profit è fondamentale per la nostra missione e continuerà a esistere», ha affermato un portavoce di OpenAI.

Eppure, l’azienda sta affrontando un ciclo di raccolta fondi che potrebbe vedere la sua valutazione salire fino a 150 miliardi di dollari. Secondo Reuters, Sam Altman sta prendendo in considerazione l’acquisto avere azioni nell’azienda per la prima volta dalla sua creazione. Anche grandi aziende tecnologiche come Microsoft, Nvidia e Apple stanno prendendo di mira una quota della società.

Trasformare OpenAI in una società a scopo di lucro sarebbe un evento epocale per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Nel bene e nel male.

Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2024-09-26 18:25:14. Titolo originale: Altman considering a for-profit restructuring of OpenAI, report says

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