Il nuovo carro armato dell’esercito italiano si chiama Main battle tank, ecco quanto costerà e chi potrebbe costruirlo.
Si chiama Main battle tank ed è il nuovo carro armato che sarà costruito per l’esercito italiano.
Dopo la guerra in Iraq, scoppiata nel 2003 e conclusasi nel 2011, un nuovo interesse è sorto negli armamenti terrestri, specialmente nei carri armati, considerati un tempo obsoleti e adesso necessari. La guerra in Ucraina poi non ha fatto altro che premere l’acceleratore facendo sì che le forze armate decidessero di “ringiovanire” le flotte di cingolati da guerra che risalgono a diversi decenni fa.
Così, dopo 30 anni dall’ultimo carro armato italiano entrato in servizio, l’Ariete, l’Italia ha deciso di investire nuovamente nelle armi dell’esercito italiano, non più solo aeronautica e marina, con il Main Battle Tank (Mbt).
E com’era prevedibile si è aperta la battaglia sulla produzione del cingolato, una battaglia che è diventata una vera e propria guerra di trincea. Ecco chi produrrà il carro armato italiano e quanto ci costerà.
Mbt, il nuovo carro armato: ecco chi lo produrrà
L’Italia non ha le capacità per costruire i futuri Mbt dell’esercito e l’Oto Melara, ex divisione di Finmeccanica, ora parte di Leonardo non produce più cingolati.
Così Leonardo ha cercato un partner estero per la produzione del nuovo Main battle tank, due erano le strade: intraprendere una collaborazione con Knds, la holding con sede ad Amsterdam che controlla la società francese Nexter, produttrice dei carri francesi Leclerc, oppure con la tedesca Krauss-Maffei Wegmann (Kmw), costruttrice del Leopard, il più diffuso in Europa.
Si è prima percorsa la “strada francese”. Ma Leonardo non è più disposto a vendere quote azionarie di Oto Melara, in questo modo sono fallite le trattative con Knds e poi successivamente anche con la Kmw perché Leonardo voleva una quota maggiore di produzione.
Fallite le trattative con le due holding, l’attenzione dell’Italia si è concentrata su Rheinmetall, il principale gruppo di armamenti terrestri europeo e il maggior produttore di munizioni. Il gruppo di Duesseldorf ha già avuto contatti con Leonardo, mentre sta sviluppando un proprio carro armato, il Panther Kf51. L’ipotesi messa in campo è che Leonardo possa ottenere da Rheinmetall la produzione della torretta per l’ Mbt italiano e anche per quello europeo, ciò che non ha avuto da Knds.
Altre opzioni includono Bae Systems, produttrice del Challenger, ma attualmente, dopo gli ultimi riscontri, sembra che la collaborazione con Rheinmetall sia la più probabile.
Quanto ci costerà il Main battle tank?
La collaborazione con Rheinmentall non è ancora certa ma sembra essere la più probabile e si può iniziare a pensare ai costi. Infatti, dal momento in cui si parla di dover “ringiovanire” l’intero apparato dei cingolati posseduti dall’Italia, è lecito domandarsi quanto costerà il Main battle tank.
In realtà una risposta precisa sul costo del singolo carro armato non è in nostro possesso, ma sono diversi i dati a nostra disposizione per poterci dare la misura degli investimenti che il Governo ha intenzione di mettere in campo.
L’Italia, che per molti anni ha destinato larga parte del bilancio della Difesa soprattutto agli acquisti di armi per l’Aeronautica e la Marina militare, “lesinando” risorse all’ Esercito italiano, ha deciso di inserire in bilancio una prima quota della somma necessaria a comprare i nuovi carri armati.
Stando a quanto emerso, il fabbisogno finanziario totale stimato per comprare circa 400 carri pesanti, tra blindati da combattimento e veicoli speciali, è di ben 8 miliardi di euro da “spalmare” in un arco di tempo pluriennale. Il problema però è che solo metà di questa somma è stata già finanziata.
Stando alle previsioni il nuovo carro italiano dovrebbe entrare in servizio nel 2035. Ma la spesa per l’Esercito italiano sembra non essere finita qui. Infatti, stando alle fonti, c’è la possibilità che con Rheinmetall si rifletta sull’acquisto di un blindato leggero per l’Esercito (Ifv o Aics) che dovrà sostituire i vecchi Dardo, come il tedesco Lynx. Se si calcolasse anche questa commessa, la spesa totale che dovrà sostenere l’Italia per i cingolati - tra Mbt e Aics - arriverebbe a 20 miliardi. Ora la vera sfida sarà trovare i fondi per poter finanziare tutto ciò.
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