Italia, debito pubblico in calo ma l’allerta rimane. I dati di Bankitalia

Violetta Silvestri

16/09/2024

L’ultima rilevazione di Bankitalia ha segnalato un debito pubblico in calo a luglio, ma di quanto e perché resta alta l’allerta sull’indebitamento?

Italia, debito pubblico in calo ma l’allerta rimane. I dati di Bankitalia

A sorpresa, il debito pubblico in Italia è sceso nella rilevazione di luglio.

Il dato è arrivato con la pubblicazione di Bankitalia, secondo la quale l’indebitamento pubblico del mese in esame è lievemente calato rispetto al dato precedente, attestandosi a 2.946,6 miliardi di euro. A giugno era stato raggiunto un altro record, con la cifra da 3.000 miliardi di euro sempre più vicina.

L’ultima nota della Banca d’Italia, invece, ha sancito il piccolo passo indietro del debito pubblico, che risulta comunque più elevato di 87 miliardi di euro rispetto al luglio 2023.

Debito pubblico scende: tutti i dati di Bankitalia

Con una diminuzione di 1,1 miliardi di euro rispetto alla lettura precedente, Bankitalia ha decretato che a luglio il debito pubblico nazionale è leggermente sceso attestandosi a 2.946,6 miliardi di euro sul precedente 2.948 miliardi di euro circa.

La nota elaborata in Via Nazionale ha spiegato:

“L’avanzo di cassa delle amministrazioni pubbliche (1,9 miliardi) ha più che compensato l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (che ha complessivamente aumentato il debito per 0,8 miliardi).”

Nel dettaglio, il debito consolidato delle amministrazioni locali è sceso di 0,7 miliardi e quello delle amministrazioni centrali è diminuito di 0,4 miliardi, mentre gli enti di previdenza hanno mantenuto un livello stabile.

Come precedentemente rilevato, la vita media residua del debito è risultata pari a 7,7 anni.

Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state di 60,5 miliardi, con un calo dell’8,4% (5,6 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2023. Nei primi 7 mesi del 2024, invece, con un valore di 309,3 miliardi di euro le entrate tributarie sono salite del 4% (11,9 miliardi) in confronto all’anno scorso.

Bankitalia ha mostrato che a luglio la quota di debito in possesso della banca centrale nazionale era pari al 23% e quella detenuta dai non residenti al 29,2%. Gli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) avevano una quota del 14,5%. Tutti e tre i valori sono risultati in lieve aumento.

L’allerta debito resta elevata

Il lieve calo del debito pubblico non cambia la preoccupazione sui conti pubblici in Italia.

Solo poche settimane fa il governatore di Bankitalia Panetta esprimeva con termini chiari l’urgenza di ridurre in modo significativo un livello di debito troppo elevato:

“L’Italia è l’unico Paese dell’area dell’euro in cui la spesa pubblica per interessi sul debito è pressoché equivalente a quella per l’istruzione. Sottolineo questo confronto perché è emblematico di come l’alto debito stia gravando sul futuro delle giovani generazioni.”

Intervistato da Class Cnbc, come riportato da Milano Finanza, il professore dell’Università Bocconi Carlo Altomonte ha ricordato che il debito solleva ancora dubbi sulla stabilità del Paese tra gli investitori. Si rende quindi necessario “crescere di più con un buon piano di investimenti e al contempo tenere sotto controllo il deficit evitando spese correnti improduttive”.

La spesa annuale di circa 120 miliardi di euro per deduzioni e detrazioni varie, secondo il professore, è forse eccessiva e va ridotta, sebbene questo sia un campo minato a livello politico. In vista della Legge di Bialncio, il Governo Meloni è quindi chiamato a un compito complesso, che richiede innanzitutto una “logica di pianificazione di medio termine” secondo Alimonte.

Cercare percorsi per la riduzione del debito resta un imperativo per la credibilità dell’Italia nel lungo periodo.

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