I sacrifici che il minostro Giorgetti chiede agli italiani sono, in realtà, frutto delle richieste europee, ecco perché secondo Marcotti.
Il tema della Legge di Bilancio e dei sacrifici più volte richiamati dal ministro Giorgetti è al centro del dibattito italiano.
Ne ha parlato anche Giancarlo Marcotti in uno dei suoi consueti interventi su Money.it. In sostanza, il ragionamento dell’esperto finanziario è semplice: non possiamo stupirci delle parole decise del ministro dell’Economia sulla necessità di fare dei sacrifici sul lato delle tasse da pagare e il motivo è il Patto di Stabilità e di crescita.
Dopo la parentesi degli anni della pandemia, infatti, l’Ue è tornata a introdurre i parametri del Patto che ha “qualche cosa di cambiato rispetto al vecchio, ma le due cose che assolutamente non hanno voluto cambiare sono i famosi due parametri, quelli sul debito e quelli sul deficit. Ora, il parametro sul debito, io l’ho detto, oramai è diventato una barzelletta, perché pensare che noi ritorniamo all’interno del percentuale del 60%, cioè il debito rispetto al PIL al 60%, quando siamo al 136, rotti, insomma, non ha senso.”
Per quanto riguarda il deficit, l’idea di Giorgetti è di tornare sotto la soglia indicata del 3% l’anno prossimo. Ma come si può ridurre il deficit/PIL se non attraverso dei sacrifici?
leggi anche
Legge di Bilancio, perché il governo litiga: cosa vogliono Meloni, Salvini e Forza Italia
L’appartenenza all’Ue e alle sue regole non può che obbligare Stati come l’Italia, altamente indebitati, ad aumentare tasse o tagliare la spesa. Tradotto, secondo Marcotti, imporre sacrifici ai cittadini.
L’esempio più calzante è quello sulle accise sul gasolio. “La questione delle accise per la verità è una questione che deriva anche dall’Unione Europea, cioè l’Unione Europea dice che, non so per quale motivo, ma che non ci debbano essere differenze tra le accise sui diversi carburanti, cioè tra praticamente il benzina e il gasolio. Ora, non dice che devono essere diminuite o aumentate, dice che devono essere uguali.
Allora, cosa si può fare? Si può diminuire quella più alta e farla arrivare al livello più basso e lì ovviamente perderemo introiti tributari. Possiamo fare il contrario, cioè aumentare quella più bassa e renderla pari a quella più alta e lì naturalmente incasseremo un po’ di soldi in più.” Ma crescerebbe l’impopolarità, come sta avvenendo.
Marcotti continua il suo ragionamento con gli esempi dei tagli alla spesa per sanità e pensioni, auspicabili per andare incontro ai parametri Ue, ma assolutamente impopolari. La soluzione a questa impasse? Aumentare la crescita, compito non facile. Oppure, secondo l’opinione di Marcotti, liberarsi dai lacci dell’Ue.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti