Il secondo trimestre inizia all’insegna dell’oro: il metallo prezioso estende il rally. Tutti i motivi che stanno spingendo i lingotti. Dove arriverà la materia prima?
L’oro inaugura il secondo trimestre con un nuovo record. Le indicazioni che la Federal Reserve si sta avvicinando al taglio dei tassi di interesse hanno dato slancio a un rally che è stato guidato anche dalle tensioni geopolitiche e dalla robusta domanda cinese.
L’oro spot sale dell’1,3% a 2.262 dollari l’oncia mentre si scrive, dopo aver toccato il massimo storico di 2.265,49 dollari all’inizio della sessione e i futures sul metallo guadagnano circa il 2% a 2.282,65.
Una serie di fattori positivi hanno spinto i lingotti di circa il 14% dalla metà di febbraio. La prospettiva di un allentamento monetario da parte delle principali banche centrali e le elevate tensioni in Medio Oriente e Ucraina hanno sostenuto il rialzo. Ci sono stati anche forti acquisti da parte delle banche centrali, in particolare in Cina, mentre i consumatori hanno preferito i lingotti ad altri asset per avere una garanzia con la crisi economica del dragone in corso.
Tutti pazzi per l’oro, c’è l’effetto Fed
Le scommesse su un imminente cambiamento nella politica monetaria della Fed sono uno dei fattori di slancio per l’oro. Secondo i dati pubblicati venerdì scorso, l’indicatore chiave dell’inflazione della Federal Reserve per febbraio è salito del 2,8% su base annua, il che probabilmente manterrà la banca centrale americana in attesa prima che possa iniziare a prendere in considerazione i tagli dei tassi di interesse.
La Fed è comunque rimasta fedele alla previsione di tre tagli dei tassi di interesse quest’anno. Il dato core, al livello più basso degli ultimi due anni, offre potenzialmente qualche conferma alla Fed per avviare il suo processo di taglio dei tassi prima piuttosto che dopo secondo diversi analisti.
“Penso che sia un momento davvero emozionante per l’oro”, ha detto lunedì alla CNBC Joseph Cavatoni, stratega di mercato del World Gold Council. “Ciò che realmente determina tutto ciò è, penso, che molti speculatori di mercato ottengono davvero fiducia e conforto [nei] tagli della Fed”, ha affermato.
I prezzi dell’oro tendono a condividere una relazione inversa con i tassi di interesse. Man mano che questi scendono, il metallo prezioso diventa più attraente rispetto agli asset a reddito fisso come le obbligazioni, che produrrebbero rendimenti più deboli in un contesto di bassi tassi di interesse.
Tutti i motivi che spingono i lingotti
L’oro ha registrato il suo più grande aumento mensile in più di tre anni a marzo, dopo un rally alimentato non solo dalle scommesse sul taglio dei tassi, ma anche dalla forte domanda in qualità di bene rifugio e dagli acquisti delle banche centrali.
“In Cina, gli investitori privati sono stati attratti dall’oro perché il settore immobiliare ha avuto scarsi risultati”, ha spiegato Caesar Bryan, gestore di portafoglio di Gabelli Funds, aggiungendo che l’economia generale del dragone è rimasta debole e il mercato azionario e la valuta sono stati deludenti.
“Il rally dell’oro finora è stato alimentato da robusti acquisti da parte delle banche centrali mondiali nel tentativo di diversificare i portafogli di riserva a causa dei rischi geopolitici, dell’inflazione interna e della debolezza del dollaro USA”, ha affermato Cavatoni del World Gold Council.
Le persistenti tensioni geopolitiche derivanti dalla prolungata guerra tra Russia e Ucraina e i conflitti in corso in Medio Oriente forniscono infatti ulteriore supporto al prezzo dell’oro valutato come investimento interessante in tempi di incertezza.
Cosa aspettarsi sul prezzo dell’oro?
Le prospettive positive del metallo sono state approvate da un gran numero di banche. Tra queste, JPMorgan ha dichiarato il mese scorso che l’oro era la sua scelta numero 1 nei mercati delle materie prime, e che il prezzo avrebbe potuto raggiungere i 2.500 dollari l’oncia quest’anno.
Goldman Sachs ha affermato di vedere un potenziale per $2.300, evidenziando i vantaggi di un contesto di tassi di interesse più bassi.
Tuttavia, l’ascesa dell’oro deve ancora colpire gli investitori che preferiscono l’esposizione al metallo attraverso i fondi negoziati in borsa. Le partecipazioni mondiali in ETF garantiti da lingotti si sono ridotte di oltre 100 tonnellate nel primo trimestre, toccando il livello più basso dal 2019 a metà marzo, prima di un piccolo aumento, secondo un conteggio di Bloomberg.
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