Il governo di Kabul prevede che il sito possa produrre 2,5 milioni di tonnellate di rame all’anno, generando entrate tra i 300 e i 400 milioni di dollari.
Il progetto di estrazione del rame in Afghanistan è partito il mese scorso, dopo oltre 16 anni di ritardi, ma ci sono timori che possa causare un forte impatto ambientale e danneggiare antiche rovine e reperti storici trovati nell’area di Mes Aynak.
Tre anni dopo la presa del potere, i talebani stanno cercando di rianimare l’economia del Paese. I dati della Banca Mondiale indicano una riduzione del 26% nell’economia reale nei due anni fino ad aprile 2024. Di conseguenza, i talebani vedono il progetto di Mes Aynak, affidato alla società statale cinese China Metallurgical Group Corp., come un’ancora di salvezza sia economica che diplomatica.
I talebani descrivono il sito come il secondo più grande deposito di rame non sfruttato in Afghanistan, con una riserva stimata di 4,4 miliardi di tonnellate di minerale. Il governo di Kabul prevede che il sito possa produrre 2,5 milioni di tonnellate di rame all’anno, generando entrate tra i 300 e i 400 milioni di dollari.
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