La corsa all’Oro è già finita? Un’analisi del grafico XAU/USD

A seguito dei recenti aggiornamenti macroeconomici provenienti dagli enti di statistica americani e dalle dichiarazioni dei presidenti delle banche centrali degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, lo sprint rialzista del prezzo dell’oro (XAU/USD) sembra iniziare a perdere forza, lasciando spazio a ipotesi ribassiste.

In questo articolo, in collaborazione con gli esperti di XTB, vediamo cosa ha senso aspettarsi ora dal prezzo del metallo prezioso.

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Perché il prezzo dell’oro ha interrotto la spinta rialzista?

Un primo segnale ribassista è emerso la scorsa settimana, prima con la condivisione da parte del braccio operativo della Fed, il FOMC, della posizione sui tassi d’interesse, invariata rispetto al passato, e poi con la condivisione di altri importanti dati macroeconomici, come il rapporto sull’occupazione negli USA del venerdì. I tassi d’interesse negli USA rimangono invariati, ma resta salda l’ipotesi che ha accompagnato Powell nelle recenti conferenze: «tassi alti più a lungo».

Il presidente della Fed non esclude inoltre la possibilità di ulteriori innalzamenti in futuro, ma a differenza del passato, il mercato sembra non volerlo credere questa volta. Specialmente dopo la manifestazione di debolezza mostrata dal rapporto sull’occupazione statunitense del venerdì. Il mercato ha adottato nuovamente la modalità «risk on», e i capitali si sono diretti soprattutto verso il mercato azionario, in particolare nel settore tecnologico.

Questi sviluppi hanno generato pressione sul lato delle vendite dell’oro, che ha messo fine all’importante crescita che si era verificata a seguito dello scoppio della guerra in Medio Oriente. Allo stesso modo, il dollaro americano rimane in una posizione difensiva, in un segno di «manifestazione» a favore di una possibile interruzione definitiva degli aumenti dei tassi da parte della Fed.

L’indice del dollaro, il DXY, rimane stagnante al di sotto dei 106 punti, il che per molti non ha senso, considerando la contemporanea debolezza delle materie prime, in particolare dell’oro. Infatti, il prezzo dell’oro, dopo aver raggiunto il livello di $2.000 l’oncia, ha mostrato una certa debolezza tecnica ed è attualmente sceso al di sotto del livello di $1.980.

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XAU/USD: uno sguardo all’andamento grafico dell’oro

Da un punto di vista tecnico, si è creata una situazione da valutare con estrema attenzione. La risalita improvvisa nel mese di ottobre, innescata dall’inizio del conflitto in Medio Oriente, ha portato il prezzo dell’oro da un minimo di $1.820 a un massimo di $2.000, registrando un guadagno superiore al 10% in meno di 15 sessioni di borsa. Osservando l’RSI a 14 periodi su un timeframe giornaliero, l’oscillatore è passato da una zona di ipervenduto a una zona di ipercomprato in pochissimo tempo.

Questo potrebbe effettivamente stimolare prese di profitto, specialmente se consideriamo che il massimo del ciclo corrisponde a una soglia tecnica e psicologica molto importante per il prezzo del metallo prezioso, ossia i $2.000. Tuttavia, ciò non significa necessariamente l’inizio di un trend ribassista di pari portata, ma piuttosto, a meno di prove contrarie, una fisiologica contrazione.

Allo stesso modo, il conflitto in Medio Oriente, che è stato la causa della rimonta dell’oro, sembra sempre più lontano dall’essere risolto, e le turbolenze economiche non sembrano ancora essere terminate.

XAU/USD, 1D Grafico a candele giornaliere di XAU/USD. Fonte: teletrader.com

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