Gli Usa sono pronti ad applicare dazi del 25% sugli anodi di grafite naturale e sintetica provenienti dalla Cina. La mossa di Washington e il rischio di un effetto boomerang.
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina riguardano anche e soprattutto l’allocazione delle risorse strategiche necessarie per sviluppare le nuove tecnologie, come i veicoli elettriche e le loro batterie. Non è un caso che Washington stia esercitando pressioni sui produttori di EV e di batterie affinché costruiscano una nuova catena di approvvigionamento non cinese per gli anodi di grafite, componente cruciale ai fini della produzione del cuore di quasi tutto ciò che compete con la mobilità green.
Pare che da giugno gli Usa applicheranno dazi del 25% sui citati anodi di grafite naturale e sintetica provenienti dalla Cina, dopo aver già annunciato tariffe del 25%, a partire dal 2026, anche sulla grafite naturale lavorata oltre la Muraglia. E questo nonostante un aspetto non trascurabile: la produzione cinese di anodi rappresenta il 97% dell’intero comparto globale.
Il motivo del dominio cinese è semplice: l’Occidente ha trascorso gli ultimi anni senza investire in un’adeguata catena di approvvigionamento alternativa, preferendo continuare a dipendere dal Dragone. Peccato che oggi l’inasprimento del clima geopolitico abbia stravolto ogni scenario di cooperazione win-win. [...]
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