La tredicesima è una prestazione aggiuntiva che spetta sia ai lavoratori del settore privato e pubblico, che ai titolari di pensione diretta. Ma vale anche per i beneficiari della cd. reversibilità?
Tutti coloro che lavorano alle dipendenze nell’ambito pubblico o privato sanno che esiste una mensilità extra rispetto alla retribuzione mensile, che prende il nome di tredicesima o anche di gratifica natalizia in considerazione del fatto che il datore di lavoro la versa solitamente prima delle feste di Natale. Essa è mirata a costituire un contributo supplementare, previsto dalle norme di legge del nostro paese, che garantisce un supporto economico fondamentale per molte famiglie. E ciò vale specialmente in un periodo come questo, in cui ci si avvicina ai mesi freddi con il timore di un ulteriore forte aumento dei costi dell’energia.
Ebbene, posto che per i dipendenti del settore pubblico o privato non vi sono dubbi sul diritto a questa prestazione, di seguito chiariremo se anche per i percettori della pensione di reversibilità valga il diritto alla tredicesima, ovvero: anch’essi sono da considerarsi beneficiari del contributo oppure l’Inps non è tenuto ad alcun versamento ulteriore? Scopriamolo insieme.
La pensione di reversibilità prevede la tredicesima?
Tredicesima: che cos’è in breve e cenni alle origini
La domanda che ci poniamo è legittima. Infatti la pensione ai superstiti, nonostante non possa essere considerato un trattamento diretto, rappresenta comunque una prestazione pagata dall’Inps, che assegna solitamente la mensilità aggiuntiva di dicembre non soltanto sulle pensioni, ma anche su distinte prestazioni di assistenza - pensiamo ad es. alla pensione d’invalidità. Vedremo tra poco come stanno effettivamente le cose.
Intanto giova ricordare che la tredicesima mensilità o gratifica natalizia è una mensilità aggiuntiva pagata nel mese di dicembre e nata più di 80 anni fa. In origine era concessa dal datore di lavoro ai propri dipendenti su sua libera volontà - e dunque senza alcun vincolo normativo specifico.
L’obbligo di pagarla fu previsto a partire dal 1937 con il Ccnl degli impiegati dell’industria. Mentre con l’accordo interconfederale per l’industria del 1946, la tredicesima fu introdotta anche per gli operai. Anno chiave per questo istituto di sostegno economico ai lavoratori e alle loro famiglie fu però il 1960, quando la tredicesima fu introdotta per tutti i lavori subordinati (Dpr. n. 1070). Da allora, dunque, ricevono la tredicesima tutti i lavoratori in servizio.
La tredicesima mensilità ha scadenza annuale, con importo corrispondente a una mensilità della retribuzione globale di fatto (ci riferiamo a tutti gli elementi che il dipendente incassa con continuità nel tempo) in essere alla data del pagamento, vale a dire nel mese di dicembre. Ma come ora vedremo un po’ più nel dettaglio, la tredicesima scatta anche a favore di coloro i quali incassano la reversibilità, e ciò vale al di là della natura dell’assegno pensionistico pagato dall’Inps.
Pensione di reversibilità: chi sono i beneficiari
Ricorda che la pensione di reversibilità consiste in una forma di sostegno pensionistico rivolto ai familiari superstiti di un pensionato (o di un lavoratore) venuto a mancare. Più nel dettaglio, la pensione di reversibilità è dunque un assegno pensionistico versato ai familiari dell’assicurato deceduto - ovvero colui che aveva una posizione contributiva all’Inps. Quest’ultimo può essere lavoratore o pensionato: in particolare si parla di pensione di reversibilità se l’assicurato era già pensionato e invece, di pensione indiretta se l’assicurato era ancora un lavoratore.
Sul piano dei beneficiari, hanno diritto al trattamento pensionistico in oggetto anzitutto il coniuge, o il soggetto unito civilmente con il deceduto, e i figli superstiti (per questi ultimi sono però previste limitazioni). Ma non soltanto loro sono i possibili beneficiari. La reversibilità spetta anche all’ex-coniuge ormai divorziato, a determinate condizioni (come ad es. il non essersi sposato nuovamente dopo il divorzio).
Se ci chiediamo della tredicesima ai percettori della reversibilità, dobbiamo però ricordare anche che vi sono situazioni in cui il deceduto non lascia né mogli né figli. In queste circostanze, la reversibilità scatta a favore dei soggetti nell’ordine seguente: genitori della persona deceduta, che alla data del decesso abbiano compiuto 65 anni di età, non siano beneficiari di trattamento pensionistico e siano a carico del figlio deceduto; in assenza del genitore è pagata a fratelli celibi e sorelle nubili della persona morta, che alla data del decesso del pensionato o lavoratore siano inabili al lavoro, non siano titolari di trattamento pensionistico e siano a carico del soggetto scomparso.
Invece, in tutti gli altri differenti casi la pensione di reversibilità non viene versata a nessuno e conseguentemente non serve parlare di un possibile diritto alla tredicesima.
Come viene versata reversibilità e come ottenerla
L’assegno di reversibilità è pagato al beneficiario o ai beneficiari come quota percentuale dell’assegno pensionistico, che spetterebbe al soggetto deceduto se fosse ancora in vita. In particolare detta percentuale cambia in base alla composizione della famiglia. Per fare qualche esempio pratico, si tratta del 60% dell’assegno pensionistico per il coniuge solo, dell’80% al coniuge con un figlio e del 100% per il coniuge con due o più figli.
Allo scopo di ottenere la pensione di reversibilità, l’interessato o gli interessati debbono farne domanda all’istituto di previdenza tramite uno dei seguenti canali:
- sito web dell’Inps;
- enti di patronato e intermediari dell’Istituto, usando i servizi telematici offerti dagli stessi;
- contact center, telefonando al numero 803.164 (gratuito da rete fissa) oppure 06.164.164 da rete mobile.
Diritto alla tredicesima dei beneficiari di pensione di reversibilità e calcolo
Come accennato in precedenza, non vi sono dubbi: la pensione ai superstiti vale per 13 mensilità e perciò chi incassa la pensione di reversibilità ha conseguentemente diritto alla tredicesima, analogamente a chi beneficia della pensione diretta versata dall’Inps.
Per quanto riguarda il calcolo della tredicesima sulla pensione di reversibilità o ai superstiti, ricordiamo che questa prestazione corrisponde ordinariamente ad una mensilità del trattamento. In termini pratici l’interessato che vuole individuare l’ammontare della tredicesima, dovrà semplicemente fare riferimento all’importo lordo di una mensilità.
Attenzione però al seguente caso: se la morte dell’assicurato, ovvero di colui che aveva una posizione contributiva presso l’Inps, è avvenuta nel corso dell’anno, è necessario dividere la mensilità lorda per 12, e fare la moltiplicazione per il numero dei mesi nell’ambito dei quali è stata incassata la pensione nell’anno. Così sarà possibile individuare l’esatto importo lordo della tredicesima per la reversibilità.
Facendo un rapido esempio, se alla vedova spetta la pensione di reversibilità a cominciare da giugno e una mensilità lorda di trattamento è pari a mille euro, per sapere qual è l’ammontare della tredicesima sulla pensione ai superstiti è necessario fare il seguente calcolo: mille euro (importo lordo mensile) : 12 (i mesi dell’anno) x 7 (le mensilità nelle quali è stata incassata la pensione). Nel caso in oggetto la vedova vedrà dunque assegnarsi una tredicesima lorda sulla reversibilità di poco più di 583 euro.
Perciò possiamo concludere che, analogamente ai lavoratori del settore pubblico o di quello privato e proprio come i percettori della pensione diretta, anche ai beneficiari della pensione ai superstiti spetterà la tredicesima, che andrà quantificata come sopra indicato.
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