La Russia guadagna cifre da capogiro grazie al petrolio (nonostante le sanzioni)

Flavia Provenzani

5 Luglio 2024 - 07:47

Nonostante le sanzioni dall’Occidente, il mercato petrolifero russo è immune alla crisi. E, anzi, continua a crescere a cifre da capogiro.

La Russia guadagna cifre da capogiro grazie al petrolio (nonostante le sanzioni)

Le entrate della Russia provenienti dall’industria petrolifera sono aumentate di quasi il 50% a giugno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Secondo i dati del Ministero delle Finanze russo, le entrate legate al petrolio sono salite a 590,6 miliardi di rubli (circa 6,23 miliardi di euro) a giugno, rispetto ai 402,8 miliardi di rubli (circa 4,44 miliardi di euro) registrati nello stesso periodo dell’anno scorso, come riportato da Bloomberg.

In totale, i ricavi del petrolio e del gas sono aumentati del 41% arrivando a 746,6 miliardi di rubli (circa 7,87 miliardi di euro).

Come ha fatto la Russia ad aumentare le entrate dal petrolio?

Il forte incremento delle entrate dal petrolio è dovuto principalmente all’aumento dei prezzi del petrolio degli Urali, la miscela principale esportata dalla Russia, nonché all’indebolimento del rublo. Il Ministero delle Finanze russo ha calcolato le entrate di giugno sulla base di una quotazione del petrolio degli Urali di 67,37 dollari (62,38 euro) al barile, rispetto ai 53,50 dollari (circa 49,54 euro) al barile dell’anno precedente.

Nello stesso periodo, la valuta russa si è svalutata del 15%, fattore che ha contribuito a generare delle entrate più alte.

Putin azzera gli effetti delle sanzioni occidentali

Il petrolio greggio russo è stato quindi scambiato al di sopra del prezzo massimo di 60 dollari (55,55 euro), introdotto dai Paesi del G7. La misura aveva lo scopo di ridurre l’afflusso di petrodollari e limitare la capacità del Cremlino di finanziare la guerra contro l’Ucraina, pur mantenendo la presenza del petrolio russo sul mercato globale.

L’Occidente ha imposto anche altre restrizioni nel tentativo di colmare alcune lacune che la Russia aveva tempestivamente individuato e sfruttato.

Mosca, infatti, si era prontamente adattata alle restrizioni utilizzando una grande flotta-ombra di petroliere e reindirizzando le sue forniture di petrolio verso acquirenti non occidentali, collocati principalmente in Asia.

È tuttavia innegabile che le entrate russe dal petrolio sarebbero state più elevate a giugno di quest’anno se non fosse stato per gli enormi sussidi governativi che il Cremlino ha erogato alle raffinerie del Paese.

Secondo il ministero delle Finanze, il governo russo ha consegnato più di 158 miliardi di rubli (circa 1,66 miliardi di euro) ai produttori di carburante per sostenere le forniture nazionali di diesel e benzina.

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