La crisi di Northvolt e, più in generale, della strategia europea per le batterie, non è solo un fallimento industriale, ma un segnale di un problema sistemico.
La strategia dell’Unione Europea per le batterie, una volta celebrata come simbolo della sua rinascita industriale e tecnologica, sta crollando sotto il peso delle sue stesse ambizioni.
La vicenda della gigafactory di Northvolt in Svezia rappresenta un caso emblematico di un progetto segnato da hubris e retorica esagerata. Mentre l’UE aspira a una sovranità industriale nel settore delle batterie, i recenti sviluppi mostrano quanto lontana sia questa meta.
Northvolt, considerato il gioiello della strategia europea, si trova ora sull’orlo della bancarotta. Dopo aver raccolto 15 miliardi di euro tra sussidi, prestiti e capitali privati, l’azienda svedese non è riuscita a mantenere le sue promesse. La fabbrica di Skellefteå, costruita per produrre batterie completamente verdi, ha raggiunto solo il 25% del suo obiettivo settimanale di produzione dopo nove anni di attività. Nel frattempo, gli investitori principali, come Volkswagen e BMW, stanno abbandonando la nave, aggravando ulteriormente la situazione. [...]
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