Lavoro domestico, ecco la soglia di deducibilità per i contributi versati

Nadia Pascale

26 Aprile 2023 - 12:16

Nel decreto Lavoro aumenta la soglia di deducibilità per i contributi versati per il lavoro domestico. Aumenta il beneficio fiscale e diminuiscono le imposte.

Lavoro domestico, ecco la soglia di deducibilità per i contributi versati

Il Governo è impegnato in questi ultimi giorni nella definizione del decreto Lavoro, tra le misure contenute in bozza vi è l’innalzamento della soglia di deducibilità dei contributi versati per il lavoro domestico. Si tratta di una misura che porterà un risparmio di imposta a molte famiglie italiane.

Per lavoro domestico si intende quello svolto in favore delle famiglie da colf, badanti, persone che prestano assistenza ad anziani o altri soggetti in difficoltà, baby sitter, ma anche autisti e giardinieri.
Scopriamo come cambiano le regole per le deduzioni dei contributi per i lavoratori domestici.

Innalzata la soglia di deducibilità per i contributi domestici

Attualmente le deduzioni di cui possono usufruire le famiglie per i contributi versati in favore di soggetti che svolgono lavoro domestico, in base a quanto previsto dal Tuir (articolo 10, comma 2), ammontano a 1.549,37 euro annui. Con le nuove disposizioni questo limite è destinato ad essere quasi raddoppiato, infatti le deduzioni arriveranno a 3.000 euro.

Tra le novità positive previste nel decreto Lavoro vi è che la nuova soglia non entrerà in vigore dal prossimo anno di imposta, ma già dal 2023, quindi le famiglie nella dichiarazione del 2024, relativa al periodo di imposta 2023 potranno far valere il nuovo limite delle deduzioni.

Si ricorda che le deduzioni devono essere sottratte alla base imponibile, questo implica che potrebbero incidere anche sullo scaglione Irpef e quindi ridurre l’aliquota applicabile.
Il risultato è un risparmio di imposta che può essere anche notevole.

Tale novità ha trovato il plauso anche delle associazioni di categoria, e in particolare di Nuova Collaborazione – Associazione nazionale datori di lavoro domestico, il Vice-presidente ha infatti dichiarato che questa misura da un lato agevola le famiglie che assumono regolarmente i lavoratori domestici e dall’altro aiuta i lavoratori in quanto può essere considerata una misura di contrasto al lavoro nero che in questo settore ha soglie molto elevate.

Come avvalersi della deducibilità dei contributi per il lavoro domestico

Restano invariate le norme da rispettare per poter ottenere il beneficio fiscale della deducibilità dei contributi versati per il lavoro domestico. Di conseguenza occorre avere la ricevuta di pagamento completa della parte informativa dalla quale risultano:

  • dati del datore di lavoro;
  • dati del lavoratore;
  • ore trimestrali;
  • retribuzione oraria;
  • importo complessivo versato.

Ricordiamo inoltre che viene rispettato il principio di cassa e non il principio di competenza, quindi le deduzioni sono applicate per i trimestri in cui gli importi sono versati.

Le deduzioni sono riconosciute in favore del soggetto che risulta essere “datore di lavoro” nel contratto, questo indipendentemente dal soggetto che effettua i pagamenti.

In base ai chiarimenti forniti dall’Agenzia delle entrate nella Risoluzione 278 del 2019, è possibile avvalersi della deduzione anche se il pagamento avviene da un conto corrente intestato a un soggetto diverso.

Ad esempio, se nel contratto il datore di lavoro risulta Tizio, ma il pagamento viene effettuato dal conto corrente del coniuge di Tizio, è comunque possibile ottenere la deduzione, ma deve essere fatta valere da Tizio. Nel caso in oggetto il datore di lavoro risultava essere il genero, ma il pagamento per i servizi prestati alla suocera avvenivano dal conto della suocera. L’Agenzia ha comunque ammesso la deducibilità.

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