Il dibattito è sempre aperto quando si parla dell’amata kermesse, ma alcuni trionfi hanno scatenato polemiche incredibili negli anni.
Sanremo è sinonimo di polemica, l’evento più atteso dell’anno ma anche per questo le diatribe non mancano mai. E con l’avvento dei social sono aumentati esponenzialmente gli scontri sulla canzone vincitrice: pochi brani sono riusciti a mettere tutti d’accordo. Gli anni ’70 e ’80 hanno regalato polemiche ma mai come gli anni ’90 e Duemila.
Sanremo 1992 è il classico esempio di Festival ricco di ottime canzoni, ma vinto da un brano dimenticabile, “Portami a ballare” di Barbarossa. A gridare vendetta è il secondo posto de “Gli uomini non cambiano” di Mia Martini, capolavoro. Stesso discorso per Sanremo 1994: vittoria di “Passerà” di Baldi, preferita a “Signor tenente” di Faletti e a “Strani amori” della Pausini. Inspiegabile, come la graduatoria del 1996: “Vorrei incontrarti tra cent’anni” di Ron e Tosca è una bella canzone, sia chiaro. Ma la vincitrice morale è “La terra dei cachi” di Elio e le Storie Tese, frenata per la sua natura anticonformista.
Nel 2003 vittoria dell’insipida “Per dire di no” di Alexia. Terzo e quarto posto per brani di un’altra categoria: “Tutto quello che un uomo” di Cammariere e “Nessuno tocchi Caino” di Ruggeri-Mirò. Senza timore di essere contraddetti, Sanremo 2008 è stata una delle edizioni più carenti a livello qualitativo. Pochi ricorderanno il brano vincitore: “Colpo di fulmine!” di Giò Di Tonno e Lola Ponce. Mal valutate “Eppure mi hai cambiato la vita” di Moro e “Il solito sesso” di Gazzè. E ancora, Sanremo 2014: la bravura di Arisa è innegabile, ma “Controvento” è piuttosto trascurabile. Da “Bagnati dal sole” di Noemi a “Nel tuo sorriso” di Sarcina, diversi brani avrebbero meritato di più. Settimo e ultimo caso, Sanremo 2019: «Soldi» di Mahmood perfetta per la radio, ottima per le coreografie, ma da qui a vincere… Comprensibile la reazione di Ultimo, secondo con “I tuoi particolari”.
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