Affari Tuoi è pilotato? Dopo il servizio di Striscia la Notizia abbiamo intervistato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori che ci ha spiegato cosa secondo lui non quadra.
Affari Tuoi , cosa non torna? Dopo che Striscia la Notizia è tornata a mettere nel mirino il popolare programma di Rai Uno - campione d’ascolti e “avversario” nella fascia access prime-time proprio della creatura di Antonio Ricci -, molto si sta discutendo sul meccanismo dei “pacchi”.
Secondo quanto denunciato da Striscia la Notizia , in un gioco aleatorio ogni partecipante deve avere la stessa possibilità di vincere e di perdere e questo, stando al programma di Canale 5, non avverrebbe ad Affari Tuoi.
Ospite del podcast Tintoria, l’ex conduttore Max Giusti infatti ha dichiarato che Affari Tuoi avrebbe un budget di 33.000 euro a puntata, fattispecie però che è stata successivamente smentita da uno degli autori del programma.
Quello del presunto budget però non sarebbe l’unica perplessità sul programma condotto ora da Stefano De Martino come ci ha spiegato in quest’intervista l’avvocato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Avvocato, cosa non quadra secondo lei nel meccanismo di Affari Tuoi?
La principale cosa che non quadra è la disparità di forze tra il Dottore e i concorrenti: non solo chi sta dall’altra parte del telefono conosce il contenuto dei pacchi, ma anche le necessità e le esigenze economiche dei partecipanti perché la redazione, pochi minuti prima del gioco, realizza un’intervista con il concorrente dove approfondisce molti aspetti personali. Chiaramente conoscere quali sono le necessità economiche - come quella di estinguere un mutuo o magari il sogno di avviare un’attività commerciale - vuol dire mettere nelle mani del Dottore, che va a fare poi delle offerte, la chance di sapere dall’altra parte fino a che punto si può arrivare. Appare chiaro che si tratta di un “banco” che gioca con un concorrente che è stato messo a nudo.
Striscia la Notizia ha sollevato l’ipotesi che il programma possa essere in qualche modo “pilotato”, ma come si può fare in modo che i pacchi più ricchi arrivino sempre alla fine?
Ecco questo è il punto: un modo per assicurare che le partite siano tutte emozionanti ci sarebbe. Torno a quella intervista pre-partita, perché c’è un’altra informazione che gli autori “rubano” al concorrente: gli chiedono quali sono i suoi numeri fortunati ed è chiaro che questo ovviamente dà agli autori un indizio su quelli che potrebbero essere i pacchi che presumibilmente il giocatore si porterà alla fine.
Faccio un esempio: se mio figlio è nato il 7 dicembre magari ritengo che i miei numeri fortunati siano il 7 e il 12, ed è molto probabile che porterò questi pacchi in finale tenendoli fino all’ultimo.
È chiaro che se la redazione (e il Dottore) possono presumere quali pacchi saranno portati fino alla fine, basterebbe abbinare a quei numeri dei pacchi “ricchi” (o anche solo un pacco vincente e un pacco perdente) per assicurarsi una partita “tesa” fino all’ultimo.
Ma in questo modo vincerebbero tutti?
Ovviamente questo non è un risultato auspicabile per gli autori del programma che infatti potrebbero calibrare al loro piacimento le vincite. E poi va considerato che nella pre- intervista raramente i concorrenti indicano un solo numero fortunato. Proprio per mischiare le carte, gli autori chiedono ai giocatori una graduatoria di tre o quattro numeri, così da avere maggiore spazio di manovra all’interno di questa numerologia.
Del resto al Dottore non interessa chi vince, ma che i pacchi importanti arrivino alla fine del programma rendendo così quella puntata emozionante che è poi l’obiettivo degli autori, perché tutto serve a fare ascolti. C’è una cosa però che vorrei precisare.
Prego avvocato.
Quando io ero all’interno dello studio televisivo potevo fare ogni tipo di verifica e di indagine, ma solo un luogo era per me off-limits ovvero la stanza dove si fanno gli abbinamenti tra i pacchi e i premi. Ora è chiaro che questo è un sorteggio al quale presiede un notaio, ma non mi spiegavo perché mi fu negata l’autorizzazione a entrare in quella stanza. È chiaro che se lì dentro si facessero gli abbinamenti alla luce delle informazioni raccolte dalla redazione nell’intervista precedente, gli autori potrebbero inserire i premi a loro piacimento - naturalmente il condizionale è d’obbligo - in base a quello che il concorrente ha dichiarato essere i suoi numeri preferiti.
Ci sarebbero secondo lei gli estremi per parlare di truffa aggravata?
Non è mai facile rintracciare responsabilità penali in queste situazioni: io stesso in passato quando partecipai al gioco (proprio su richiesta della RAI) dopo aver scoperto alcune irregolarità depositai una denuncia in Procura, ma per parlare di truffa occorrerebbe capire eventualmente chi concretamente andrebbe ad alterare le dinamiche del gioco. Resta invece una responsabilità “morale” del programma nei confronti dei telespettatori (e direi anche dei concorrenti) non essendo assicurata parità di trattamento. Insomma, da casa i telespettatori guardano il gioco pensando che sia tutto nelle mani della fortuna, mentre questi sospetti ci fanno pensare che potrebbe non essere del tutto casuale l’assegnazione di una vincita.
Secondo il suo punto di vista ci sarebbero altri programmi televisivi con dei meccanismi poco chiari?
Noi ci siamo occupati in passato del televoto che però spesso (nonostante il pubblico paghi per votare) è alterato dalle scelte autoriali: può capitare che l’eliminazione di un personaggio (o il farlo rientrare nel gioco) risponda a dinamiche di ascolto: però trovo scorretto chiedere al consumatore di televotare - ricordiamo che il televoto ha un costo - perché si crea un’ulteriore sfiducia e disaffezione da parte del pubblico.
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