Lunedì nero dei mercati, perché crollano le azioni?

Violetta Silvestri

5 Agosto 2024 - 08:17

Mercati in profondo rosso e crollo delle azioni: lunedì nero a livello globale, cosa succede? L’attenzione è tutta per una possibile recessione Usa e il caos in Medio Oriente.

Lunedì nero dei mercati, perché crollano le azioni?

Un’ondata di vendite travolge le azioni globali: il Nikkei giapponese registra un tonfo di quasi il 15%, mentre l’Hang Seng si avvia verso un -2,80% con gli indici cinesi in perdita.

I futures sul Nasdaq viaggiano a -4% e anche quelli degli altri indici mostrano pesanti perdite. Gli asset rifugio come lo yen e il franco svizzero sono aumentati.

Le preoccupazioni che la Federal Reserve sia in ritardo con il supporto politico per un’economia statunitense in rallentamento sta spingendo gli investitori verso la sicurezza delle obbligazioni. Anche le criptovalute sono crollate, con Ether che ha registrato il suo peggior calo dal 2021.

Mentre i mercati crollano, i trader obbligazionari si stanno ammassando nelle scommesse sul fatto che l’economia statunitense è sull’orlo di una recessione e che la Fed dovrà tagliare i tassi di interesse per scongiurarla.

Intanto, anche la geopolitica ha alimentato il sentiment pessimista, con Israele che si prepara a un possibile attacco da parte dell’Iran e delle milizie regionali.

Pessimismo nei mercati, gli Usa verso la recessione?

I mercati azionari sono crollati e le obbligazioni si sono riprese in Asia, poiché i timori che gli Stati Uniti potessero dirigersi verso una recessione hanno spinto gli investitori ad abbandonare gli asset rischiosi, scommettendo sulla necessità di rapidi tagli per salvare la crescita.

I dati di venerdì hanno mostrato che le buste paga non agricole degli Stati Uniti sono aumentate di 114.000 a luglio, uno dei dati più deboli dall’inizio della pandemia, e la crescita occupazionale è stata rivista al ribasso nei due mesi precedenti.

Il tasso di disoccupazione è salito inaspettatamente per il quarto mese al 4,3%, al di sopra delle previsioni di fine anno della Federal Reserve, innescando un indicatore di recessione attentamente monitorato.

“Abbiamo aumentato le nostre probabilità di recessione nei prossimi 12 mesi di 10 punti percentuali, portandole al 25%”, hanno affermato gli analisti di Goldman Sachs in una nota, sebbene ritenessero che il pericolo fosse limitato dall’enorme margine di manovra della Fed per allentare la politica monetaria.

Gli analisti della JPMorgan sono stati ancora più pessimisti, stimando una probabilità del 50% che si verifichi una recessione negli Stati Uniti: “Ora che la Fed sembra essere sostanzialmente indietro rispetto alla curva, prevediamo un taglio di 50 punti base alla riunione di settembre, seguito da un altro taglio di 50 punti base a novembre”, secondo l’economista Michael Feroli.

Un conflitto in peggioramento in Medio Oriente rischia di aggiungere ulteriore tumulto ai mercati mentre gli investitori si preparano per una seconda metà dell’anno turbolenta.

Un indicatore della volatilità del mercato obbligazionario è salito, mentre l’indice VIX, che misura la paura di Wall Street, è balzato al massimo in quasi 18 mesi. Nel frattempo, cresce anche l’attenzione su una corsa elettorale statunitense già caotica.

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