Malattia X, cos’è l’agente patogeno che preoccupa l’Oms e perché potrebbe provocare un’altra pandemia? Ecco cosa sappiamo sui possibili sintomi e le previsioni per il futuro.
L’Organizzazione mondiale della sanità ci parla da tempo di una malattia X, che arriverà a un certo punto, non si sa ancora quando, causando una nuova pandemia. Nulla a che fare con il Covid, secondo gli esperti la prossima pandemia sarà causata da un virus molto più forte e con conseguenze ancora più terribili. Continua così il lavoro dei medici e dei ricercatori per conoscere quanto più approfonditamente i virus in circolazione, identificare di altri e studiare possibili vaccinazioni e trattamenti antivirali per quelli più nocivi.
Ancora una volta, bisogna concentrare gli sforzi sulla prevenzione, preparandosi in anticipo a tutte le evenienze. L’ammonimento degli scienziati non è allarmistico come potrebbe sembrare, le pandemie hanno sempre riguardato il nostro pianeta e continueranno a farlo spesso finché non si interverrà a livello globale sulle condizioni ambientali che le favoriscono.
Interventi complicati, costosi e in alcuni casi privi di un’effettiva risoluzione. Ecco perché è importante che proseguano gli studi sui virus, per riuscire a contrastarne prontamente la diffusione e gli effetti, non essendo altrettanto facile limitarne la diffusione. Vediamo quindi cos’è questa “malattia X” e quali sono le previsioni dell’Oms.
Cos’è la malattia X
La malattia X non è una malattia identificata, si tratta di un nome convenzionale con cui gli studiosi definiscono l’agente patogeno sconosciuto (da qui l’incognita X) che causerà la prossima devastante pandemia. Secondo le previsioni degli scienziati, infatti, sul nostro pianeta c’è una serie di condizioni estremamente favorevoli alla proliferazione di virus.
I principali fattori di rischio secondo l’Oms sono la deforestazione, il sovrappopolamento e la globalizzazione. Un mix che favorisce non solo l’insorgenza dei virus, ma persino il loro passaggio da una specie all’altra. Le probabilità che si scateni una pandemia sono quindi molto elevate secondo gli esperti, ma al momento è impossibile prevedere quale tra i milioni di virus esistenti possa causarlo.
Da qui, la nomenclatura di malattia X, che secondo Anthony Fauci - direttore dell’istituto nazionale statunitense per le allergie e le malattie infettive - aiuta i progetti dell’Oms a studiare intere classi di virus e non solo sui singoli ceppi. In tal proposito, gli esperti suddividono i virus attualmente conosciuti in 25 famiglie, ognuna delle quali raggruppa migliaia di agenti patogeni. Sarebbero milioni, invece, i virus che ancora non sono stati scoperti o identificati.
Impossibile quindi prevedere quale sarà l’agente patogeno a portare alla malattia X, considerando che buona parte dei virus ne hanno la potenzialità e si trovano in condizioni sempre più favorevoli, anche se non tutti appaiono pericolosi per l’uomo. C’è poi da non sottovalutare il rischio che sia uno degli agenti patogeni già noti a scatenarla, mutandosi o riemergendo, cosa che peraltro potrebbero già avere iniziato a fare.
Sul tema è intervenuta per Il Resto del Carlino la dottoressa Ilaria Capua, virologa di fama mondiale, secondo cui “Le pandemie avvengono a cadenza regolare nel tempo” e “La malattia X di cui parla l’Oms è un termine per dire che qualcosa, prima o poi, arriverà. Non si sa che cosa, ma succederà. E potrebbe essere ancora più aggressivo del Covid.”.
Sintomi e previsioni
Senza poter neanche circoscrivere la famiglia di virus che sfocerà nella malattia X è impossibile ipotizzarne tempistiche, contagio o sintomi. Bisogna comunque tener presente che le previsioni degli esperti, sull’arrivo di questa nuova pandemia e sulle sue conseguenze, si basano sullo stato attuale delle cose, non sono immutabili.
Questo significa che se non sarà fatto nulla in tema di ricerca e prevenzione, la malattia X avrà probabilmente conseguenze estreme e devastanti.
Kate Bingham, che ha diretto la task force vaccinale Uk tra maggio e dicembre 2020, ha affermato chiaramente che gli oltre 20 milioni di morte causati dal Covid potrebbero essere poco di fronte alla malattia X, che secondo le stime degli esperti avrà un tasso di mortalità pari a quello dell’Ebola (67%) e una capacità di contagio che eguaglia quella del morbillo. Bisogna quindi aspettarsi un numero di morti almeno uguale a quello delle precedenti pandemie, circa sui 50 milioni di decessi con l’influenza spagnola.
Bisogna quindi concentrare gli sforzi sulla prevenzione, nonostante sia ostacolata dalla presenza di numerose variabili. L’Oms ritiene quindi fondamentale studiare accuratamente almeno le 25 famiglie di virus già note, mentre proseguono le ricerche, e preparare diversi prototipi di vaccini e trattamenti contro tutti i virus potenzialmente minacciosi.
Nessun allarmismo, quindi. La previsione sulla malattia X e soprattutto sulle sue possibili caratteristiche è indispensabile affinchè gli esperti possano trovarsi preparati dinanzi alla diffusione globale di virus o alla loro rapida mutazione, preparando per tempo delle difese per limitare i danni patiti dalla popolazione in termini di salute, economia e molto altro.
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