Il Manchester City è sotto indagine per oltre cento presunte violazioni del meccanismo di fair play finanziario in vigore nella Premier League: ecco cosa rischiano i Citizen.
Cosa rischia il Manchester City per l’accusa di aver violato il fair play finanziario inglese? Per la squadra guidata da Pep Guardiola di certo non sembrerebbe essere un buon momento, vista anche la sconfitta nell’ultimo turno di campionato contro il Tottenham non riuscendo così ad approfittare dello scivolone dell’Arsenal capolista.
Questa volta i guai per i Citizen però provengono da fuori il rettangolo verde di gioco, con la Premier League che ha reso noto l’avvio di una indagine per presunte violazioni del fair play finanziario in vigore Oltremanica da parte del Manchester City.
Le indagini che sono in corso da circa quattro anni, hanno preso in considerazione le stagioni che vanno dal 2009/10 al 2017/18; l’accusa sarebbe molto pesante: oltre 100 possibili violazioni delle norme economico-finanziarie della Premier League.
“In conformità con la regola W.82.1 della Premier League - si legge in una nota diramata -, la Premier League conferma di aver deferito oggi una serie di presunte violazioni delle regole da parte del Manchester City Football Club a una commissione ai sensi della regola W.3.4 della Premier League”.
Un guaio non di poco conto per il club di proprietà dello sceicco Mansour, quinto figlio dell’emiro di Abu Dhabi, che già nel 2020 è stato assolto per insufficienza di prova dall’Uefa in una inchiesta simile. La Premier League però potrebbe non essere adesso così clemente.
Cosa rischia il Manchester City?
Entrando nel dettaglio dell’indagine riguardante il Manchester City, nel suo comunicato la Premier League ha sottolineato come sarebbero state violate le regole che “richiedevano la fornitura da parte di un club membro, nella massima buona fede, di accurate informazioni che fornissero una rappresentazione veritiera e corretta della posizione finanziaria del club, in particolare per quanto riguarda le sue entrate (inclusi i ricavi da sponsorizzazione), le sue parti correlate e i suoi costi operativi”.
In alcune delle stagioni finite sotto la lente di ingrandimento della Premier League, non sarebbero stati forniti i dettagli dei contratti per quanto riguarda il pagamento dell’allenatore e dei giocatori, con le accuse che avrebbero preso di mira anche la scarsa collaborazione con le indagini.
In più il Manchester City avrebbe violato dal 2013 al 2018 le regole del fair play finanziario inglese, ma ci sarebbero state delle infrazioni anche per quanto riguarda “la redditività e la sostenibilità”.
Immediata è arrivata la replica del club: “Il Manchester City FC è sorpreso dalla pubblicazione di queste presunte violazioni delle regole della Premier League, in particolare in considerazione del grande impegno e della quantità di materiali dettagliati forniti alla LFP. Il club accoglie con favore la revisione della questione da parte di una Commissione indipendente, per considerare in modo imparziale l’insieme completo di prove inconfutabili esistenti a sostegno della sua posizione. Pertanto, non vediamo l’ora che questa questione venga messa a tacere una volta per tutte”.
Resta il fatto che adesso il Manchester City rischierebbe di subire una penalizzazione ma si parla pure di una possibile esclusione dal campionato, così come potrebbero essere tolti i sette titoli conquistati durante il periodo in esame: tre Premier, tre Carabao Cup e una FA Cup.
Insomma il Manchester City potrebbe correre gli stessi rischi della Juventus che, da noi, già è stata penalizzata di quindici punti per la vicenda plusvalenze anche se per i bianconeri il peggio potrebbe ancora dover arrivare.
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