Inserito un emendamento nella legge di Bilancio che esclude per 15 anni i balneari dalla direttiva Bolkestein, ma dall’Europa arriverà una multa salata.
In uno dei tanti vertici fiume per trovare l’intesa sulla legge di Bilancio, ecco che dal governo gialloverde è uscito fuori un emendamento che prevede, per i prossimi 15 anni, l’esclusione dei balneari dalla direttiva Bolkestein.
Per i concessionari quindi ci sarà una proroga delle licenze fino al 2034 senza che venga effettuata una nuova gara pubblica, come richiesto invece dalla Bolkestein. Così facendo, non verranno cambiati neanche gli attuali canoni pagati allo Stato giudicati spesso abbastanza bassi (1,27 euro metro quadro/anno).
L’emendamento inserito nella manovra ha fatto esultare la Lega, che ora vorrebbe escludere dalla direttiva anche gli ambulanti, ma avrà un alto costo per tutti i cittadini italiani: con questa scelta, sarà inevitabile una pesante multa da parte della Commissione Europea.
Balneari salvi dalla Bolkestein
Da un po’ di giorni erano aumentate le pressioni da parte dei balneari in merito alla direttiva Bolkestein, recepita dall’ultimo governo Berlusconi (compresa Lega) e che prevede la messa bando delle concessioni pubbliche.
La volontà di fondo della direttiva è quella di favorire la libera circolazione dei servizi all’interno dell’Unione. Stando alla Bolkestein quindi, una concessione come quella degli ambulanti di strada o dei balneari che va in scadenza, non può essere prorogata ma deve essere messa a bando con una gara pubblica anche per aumentare la trasparenza.
Finora i vari governi avevano sempre preso tempo buttando come si suol dire in gergo calcistico la “palla in calcio d’angolo”, con proroghe e chiedendo all’Europa degli slittamenti dei tempi per i bandi.
Adesso però si stava avvicinando la scadenza delle 52.619 concessioni demaniali marittime, di cui 27.335 di uso turistico, prevista per il 2020. A escludere ogni ipotesi di bando pubblico è arrivato però il governo, inserendo al Senato un emendamento alla legge di Bilancio.
Con una forte spinta della Lega, si è scelto così di prorogare la concessione fino al 2034 mantenendo così invariati anche i canoni (1,27 euro metro quadro/anno per la parte non ricoperta da strutture) pagati dai balneari a uno Stato che, in totale, incassa ogni anno la cifra non esaltante di 103 milioni.
“Il Twiga della Santanché - ha commentato in polemica Angelo Bonelli dei Verdi - paga 16 mila euro all’anno a fronte di una pagoda che viene affittata a ben 1000 euro al giorno”.
Di umore opposto invece il ministro leghista alle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio: “Oggi posso finalmente dire che per il mondo balneare siamo riusciti a muovere qualcosa e portare a casa la prima vittoria”.
Il ministro Centinaio però qualche settimana fa aveva però detto anche un’altra cosa: “La strada è stretta, al 99% andremo in infrazione comunitaria”. In sostanza, con questa scelta il governo ha reso inevitabile una multa per infrazione da parte della Commissione Europea.
Come avvenne quindi per le Quote Latte o per i rifiuti, Bruxelles ora recapiterà a Roma una salata multa di svariati milioni: la proroga delle concessioni ai balneari avrà quindi un costo molto salato per i cittadini italiani.
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