Dalla scelta dell’abito alle regole di bon ton, tutti i consigli della wedding coordinator Claudia Girola per non sbagliare
Abito corto o lungo? La sposa si aspetta in piedi o seduti? E quanto tempo prima è bene arrivare alla cerimonia? Sono queste alcune delle domande che spesso ci poniamo quando riceviamo un invito per un matrimonio.
Ma niente paura: a rispondere a questi, e altri dubbi, ci pensa la wedding coordinator Claudia Girola, che con la sua agenzia Colorato di Pink aiuta gli sposi nel loro giorno più importante. Sì, perché come spiega lei stessa in questa intervista esclusiva, il coordinamento del matrimonio è il servizio perfetto per chi vuole organizzare tutto da sola.
Claudia, innanzitutto partiamo dai dati: dopo due anni di pandemia il settore del wedding è ripreso a pieno ritmo. Confermi?
«Sì, confermo decisamente! Già nel 2021, tra i matrimoni rimandati e quelli delle coppie già in programma, la stagione è stata molto intensa. E il 2022 ha confermato questa tendenza. Ma non solo: si intravedono segnali più che positivi anche per il 2023, tanto che ormai molte coppie parlano già del 2024».
Settembre è un mese tradizionalmente dedicato ai matrimoni. Quali sono le regole da seguire per essere l’inviata perfetta?
«Essere l’invitata perfetta è molto semplice: basta seguire il caro, vecchio bon ton, troppo spesso dimenticato.
Partiamo dall’abito, che deve essere adeguato alla situazione, dunque elegante, di tutti i colori tranne il bianco o sfumature che ricordano il bianco, come il grigio o il rosa nelle tonalità molto chiare, riservate alla sposa.
No anche al nero (limitato ai funerali o alle cene di gala) e al rosso e al viola, troppo accesi e vistosi. Meglio evitare un abito a minigonna, mentre l’abito lungo, di solito consigliato per una festa serale, è stato ormai sdoganato anche per le cerimonie al mattino.
Quando si è in chiesa bisognerebbe coprire le spalle! Entrare in chiesa con le spalle scoperte è vietato, ed è questione di rispetto del luogo sacro. Basta una stola, un velo o una giacca leggera (e questo varrebbe anche per la sposa). Fa caldo? Sì, e pensate che gli uomini indossano comunque giacca e cravatta!
Se la puntualità è d’obbligo sempre, e gli invitati dovrebbero essere al luogo della cerimonia circa 30 minuti prima dell’inizio, lo è molto di più quando la cerimonia è civile o simbolica in location, cioè nello stesso luogo della festa.
Lì ci si accorge subito se manca gente, e chi arriva in ritardo farà davvero un pessima figura, oltre a dimostrare mancanza di rispetto verso gli sposi. Il mio consiglio, se siete tanto in ritardo per la cerimonia civile, è quello di saltarla del tutto e arrivare già all’aperitivo.
Infine, l’invitata perfetta dovrebbe partecipare con entusiasmo alle attività proposte dagli sposi, che hanno organizzato la giornata pensando a far stare bene i loro ospiti».
Ci sono altre regole di bon ton da seguire?
«C’è una cosa che mi fa sempre sorridere, ed è la mancanza di attenzione da parte degli invitati. Non guardano, sembrano quasi fregarsene del motivo per cui certe cose sono lì.
Se alla cerimonia per esempio c’è una passatoia bianca non bisognerebbe calpestarla o passarci sopra, lasciando questo onore alla sposa. Lo stesso vale per le corsie di petali, per i cartelli con le indicazioni di cosa fare (o non fare).
Inoltre, è buona educazione aspettare la sposa seduti ai propri posti e non lamentarsi quando si viene cortesemente invitati a entrare.
Quando entra la sposa ci si alza in piedi, sempre. E sarebbe carino non usare i cellulari per riprendere l’ingresso: vedere la sfilza di cover è davvero una delle cose più brutte di sempre, meglio approfittare del momento per godersi l’entrata della propria amica... che non ricapiterà più, letteralmente.
Scherzi e giochi sono carini ma devono essere brevi, durare poco. Inoltre, approfitto di questa intervista per dire basta ai video di auguri. Organizzarli per la location è davvero un problema, e se durano più di 5 minuti sono un sequestro di persona.
Ah, agli sposi non piacciono quasi mai ma sono costretti a fare buon viso a cattivo gioco, gli invitati si annoiano sempre e piacciono solo a chi li ha realizzati. A volte sembra che si facciano queste cose solo per sentirsi dire “bravi”».
E se si è state scelte come testimone, quali consigli daresti?
«La testimone viene scelta tra le persone più vicine alla sposa, tra quelle che lei considera migliori amiche. Per essersi guadagnate questo ruolo vuol dire essere state sempre di supporto, una certezza nella vita quotidiana che viene confermata quel giorno.
Dunque, vista la lunghezza dei preparativi e le mille decisioni da prendere, una perfetta testimone sarà sempre d’aiuto durante tutti i preparativi, organizzerà l’addio al nubilato rispettando i desideri della sposa e quel giorno sarà proattiva per rendere uniche e indimenticabili le nozze».
Tu hai spesso sottolineato che esiste una differenza tra organizzare e coordinare un matrimonio. Al punto che tu stessa ti definisci una wedding coordinator. Puoi spiegarci perché?
«Organizzare un matrimonio vuol dire fare il progetto di come sarà il giorno delle nozze e scegliere tutti i dettagli che lo comporranno. Dunque organizzare significa chiamare i fornitori, prendere accordi in tal senso, dare indicazioni.
Ma se nei mesi prima puoi essere la tua stessa wedding planner, il giorno delle nozze sei la sposa.
La sposa è fisicamente impossibilitata a controllare tutto. Inoltre, nonostante una pianificazione meticolosa, il giorno delle nozze è pieno di imprevisti e di impicci. Anche se i fornitori scelti sanno cosa devono fare, si appoggeranno sempre alla sposa per i dettagli.
La wedding coordinator è quella figura che si occupa di mettere insieme tutte le parti scelte dagli sposi e fare da filo conduttore quel giorno.
Funziona molto bene il parallelismo con il direttore d’orchestra: i musicisti di un’orchestra sono tutti ottimi professionisti, con un curriculum di tutto rispetto che hanno una partitura da leggere. Tutti, pur sapendo suonare, hanno bisogno di seguire il direttore, che coordinerà i vari momenti e darà le indicazioni al fine di garantire una perfetta esecuzione del brano.
La wedding coordinator è la figura professionale perfetta per tutte quelle spose che sono delle brave organizzatrici, che stanno organizzando tutto da sole, ma che quel giorno, per un giorno, non vogliono dover essere loro a controllare tutto, ma vogliono godersi il loro momento.
Io stessa ho voluto questa figura il giorno del mio matrimonio: ho organizzato tutto, ma per un giorno ho deciso di non voler pensare a nulla».
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Tu organizzi anche corsi per chi vuole diventare wedding coordinator.
«Ho creato il corso Diventa Wedding Coordinator per aiutare tutte le figure del wedding a coordinare al meglio il giorno degli sposi.
Infatti, finora, questa figura era stata demandata a un’amica volenterosa o ad altri fornitori (fotografi e fioristi su tutti). Anche loro, tuttavia, si trovano a dover gestire una situazione in maniera improvvisata, e questo tipo di “coordinamento” non è utile a nessuno: non lo è per gli sposi, né per i fornitori, che sono stressati e alla fine si ritrovano sempre a dover chiedere cosa fare agli sposi.
Il corso, che per adesso è online, e già disponibile e presenta il mio metodo per gestire il coordinamento senza stress e con una percentuale di successo del 98%«.
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