Come cambia la figura del cameriere? Gabriele Bianchi racconta il suo modello di sala alternativo e la sua esperienza di influencer del mondo dell’accoglienza.
In questa chiacchierata con Gabriele Bianchi abbiamo parlato del mondo della ristorazione e del suo concetto di “sala”. Il maître classe 1995 di Cecina si è aggiudicato il titolo di “Miglior cameriere d’Italia under 30” nel 2019, e di recente è stato anche consacrato dalla rivista Forbes come uno dei cinque nomi più influenti del food italiano. Bianchi, sommelier, influencer ed esperto nell’uso di infusi, è stato infatti inserito nella classifica dei top 100 giovani leader del futuro.
Nel complesso mondo della ristorazione, insieme a chef e ristoratori c’è anche un’altra figura che si sta ritagliando un ruolo sempre più importante nell’ottica della “sostenibilità economica” del settore: il cameriere, elemento necessario al buon funzionamento delle attività.
Se prima la figura del cameriere era relegata ai margini, oggi c’è chi la sta trasformando in un paradigma dell’idea stessa di imprenditoria nella ristorazione: è proprio il caso di Gabriele Bianchi. Il suo spirito di cambiamento, lo ha spinto a varcare una nuova concezione del pairing e sdoganare alcune delle bevande più diffuse al mondo, abbinandole con i piatti del fine dining contemporaneo.
Bianchi racconta il suo progetto «Rivoluzione Sala», attraverso il quale porta negli istituti alberghieri di tutta Italia un modello di sala alternativo. In quest’ottica, conta anche l’abbigliamento giusto. «Sono convinto che sia fondamentale. Cambia lo stile di cucina», commenta Bianchi, che ha presentato a Firenze la prima sfilata di abiti da sala, con una collezione di 24 abiti realizzati da La Casa della Divisa.
Tante le esperienze prestigiose di Bianchi, che grazie al suo talento divulgativo è considerato a tutti gli effetti una star dei social. Infatti è ritenuto l’unico influencer del mondo dell’accoglienza con più di 20mila follower, e questo gli ha aperto anche le porte di alcune trasmissioni televisive di successo.
La voglia di sperimentare è raccolta nel suo primo libro «Cacio, pepe & Kombucha» edito dal Forchettiere, in cui abbina dieci “mostri sacri” della cucina italiana, dall’Amatriciana al tiramisù, a tè, tisane e kombucha. Un ragazzo pieno di entusiasmo e talento, che sicuramente riserverà altre sorprese in futuro.
In questa chiacchierata si racconta a Money.it, commentando anche alcuni fatti di attualità, come la difficoltà dei ristoratori nel trovare personale e il turismo che fatica ancora a ripartire in alcune zone d’Italia.
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