Mondo iperconnesso: rischi e potenzialità

Giulia Adonopoulos

22/06/2022

Internet, iperconnessione e identità aumentata tra le tracce della Maturità 2022: ecco cosa vuol dire, nel mondo di oggi, postare, commentare e condividere sui social senza spegnere il cervello.

Mondo iperconnesso: rischi e potenzialità

“Vivere in un mondo iperconnesso comporta che ogni persona abbia, di fatto, una specie di identità aumentata: occorre imparare a gestirsi non solo nella vita reale, ma anche in quella virtuale, senza soluzione di continuità. In presenza di un’autopercezione non perfettamente delineata, o magari di un’autostima traballante, stare in rete può diventare un vero problema: le notizie negative, gli insulti e così via colpiranno ancora più nell’intimo, tanto più spaventosi quanto più percepiti (a ragione) come indelebili. Nonostante questo, la soluzione non è per forza stare fuori dai social network”: è in queste poche righe che Vera Gheno, sociolinguista, e Bruno Mastroianni, filosofo della comunicazione, autori del libro “Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello”, racchiudono il senso di smarrimento, le paure e l’ipervulnerabilità legati all’iperconnessione, offrendo anche una possibile via d’uscita: “Ognuno di noi ha la libertà di narrare di sé solo ciò che sceglie. Non occorre condividere tutto, e non occorre condividere troppo”.

Oggi viviamo in una società guidata dalla tecnologia, dove nulla sfugge all’iperconnettività generata da smartphone e altri dispositivi mobile. Una società multischermo, in cui internet e i social network sono visti come strumenti essenziali per divertirsi, informarsi e soddisfare i bisogni di socializzazione e relazione. È sugli spazi virtuali come Instagram, Facebook, TikTok e altre app social che si costruiscono le nuove regole di comunicazione e interazione. E su queste piattaforme noi non siamo più solo semplici consumatori, ma costruttori della nostra identità aumentata.

In questo scenario fortemente iperconnesso e interconnesso andiamo incontro a numerosi rischi, che vanno dalla disinformazione alla dismomorfia, passando per cyberbullismo, odio e violazione della privacy. Passare molto tempo online e seguire troppo i social media può portare a un aumento dell’ansia sociale e della depressione. Per salvaguardarsi non bisogna per forza rinunciare alla tecnologia e a internet, optando per digital detox, cancellandosi dai social media e smettendo di usare lo smartphone. Si può usare la tecnologia in modo consapevole, riconoscendo sia pericoli che vantaggi.

Rischi e responsabilità in un mondo iperconnesso

I social sono uno strumento efficace per restare in contatto con persone care lontane e per allargare la nostra rete di conoscenze, ci permettono di accedere a una mole enorme di informazioni e notizie, accorciano le distanze e possono rafforzare rapporti in modi impensabili fino a 15-20 anni fa.

Purtroppo, però, i social sono diventati anche una piazza in cui molte persone si sentono in diritto di dire la loro senza alcun riguardo per gli altri. Postano fake news, commentano con parole d’odio i post degli altri, offendono. Protette dall’anonimato e dallo schermo, le persone sui social media - lo dicono gli studi - diventano meno educate e più aggressive di quanto non lo siano di persona.

Anche se il mondo dei social e del networking online è nuovo per la maggior parte delle persone, bisogna tenere a mente che c’è poca differenza nel relazionarsi con gli altri online e offline. Su internet valgono i principi di base della convivenza civile e della comunicazione “di persona”: rispetto, cortesia, educazione, autenticità e fiducia.

Usare internet senza spegnere il cervello

È possibile usare in modo sano i social senza doversi liberare della tecnologia e vivere felici e connessi. Non dobbiamo demonizzare gli strumenti che abbiamo a disposizione, ma capire come funzionano e quali comportamenti adottare per avere una buona comunicazione. Ognuno di noi ha la responsabilità di cambiare in meglio le relazioni, sia offline che online. Un buon punto di partenza sarebbe riflettere un po’ di più sulle parole che utilizziamo. “Perché la libertà non è dire tutto quello che uno pensa, ma pensare bene tutto quello che si dice a qualcuno”.

Iscriviti a Money.it