Le banche italiane nel mirino di Moody’s: ben 12 istituti rischiano il downgrade. Occhio alla possibile revisione del rating sovrano del Belpaese.
Le banche italiane rischiano il downgrade da parte di Moody’s.
A confermarlo è stata la stessa agenzia di rating che ha comunicato la sua intenzione di monitorare attentamente il comparto bancario del Belpaese, ancora nel bel mezzo di una crisi politica irrisolta.
Anche nella giornata odierna sarà interessante osservare in che direzione si muoveranno i titoli delle principali quotate finanziarie di Piazza Affari (le più colpite dal sell-off delle ultime settimane) proprio nel momento in cui pare riaffacciarsi l’ipotesi di un Governo politico tra Lega e Movimento 5 stelle.
La decisione di Moody’s ha già messo in allarme gli analisti, eppure non è giunta come un fulmine a ciel sereno. Vale la pena di ricordare, infatti, come già lo scorso 25 maggio l’agenzia di rating abbia messo sotto osservazione il merito di credito italiano (Baa2) proprio a causa delle incertezze derivanti dal nuovo Governo.
Quali banche italiane rischiano il downgrade?
Intanto, stando a quanto reso noto dagli analisti, la lista delle banche che rischiano il downgrade di Moody’s è la seguente: UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banca Imi, Cassa Depositi e Prestiti, Mediobanca, Fca Bank, Banca Nazionale del Lavoro, Credito Emiliano, Credit Agricole Cariparma, Cassa Centrale Raiffeisen, Invitalia e Banca del Mezzogiorno.
L’agenzia di rating potrebbe procedere al downgrade sia in caso di una revisione del rating sovrano italiano, sia in caso di un peggioramento delle valutazioni di merito di credito degli istituti coinvolti:
“...dovuto, per esempio, a un peggioramento dell’ambiente operativo o a istanze specifiche di peggioramento della qualità degli attivi, con perdite o riduzione della capitalizzazione.”
In altre parole, di fronte alla perdita del rating Baa2 da parte dell’Italia, il downgrade di Moody’s sulle banche rappresenterebbe una sorta di allineamento.
Dichiarazioni, queste, che oggi più che mai imporranno un attento monitoraggio del settore del credito nostrano.
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