Niente tasse su abiti per lavoro grazie a Belen: perché?

Anna Maria D’Andrea

21/10/2016

Avvocati e professionisti ringraziano Belen: niente tasse sugli abiti comprati per lavoro e a scopo professionale. Ecco la novità contenuta nella sentenza 6443 della Commissione tributaria di Milano.

Niente tasse su abiti per lavoro grazie a Belen: perché?

Niente tasse sull’acquisto di vestiti utilizzati per motivi di lavoro. La spesa effettuata per acquistare capi d’abbigliamento per lo svolgimento dell’attività professionale potrà essere portata in detrazione in sede di dichiarazione dei redditi.

Sono tanti i professionisti che da oggi si troveranno probabilmente a ringraziare Belen Rodriguez. La showgirl, modella, attrice argentina non smette di far parlare di sé: adesso la sua vita privata fa notizia anche in ambito fiscale.

Ma cosa è successo? Prima di scendere nel dettaglio e capire come sono andati i fatti, specifichiamo che si tratta di una reale novità fiscale: Belen, chiamata a rispondere ad un avviso di accertamento da parte del Fisco per l’illecita detrazione di vestiario e mobili dalla dichiarazione dei redditi, ha impugnato l’atto e la Commissione si è espressa a suo favore.

Si tratta della prima volta che viene sancito il principio in base al quale ad un libero professionista - in questo caso una showgirl - è concessa la detrazione fiscale dei vestiti usati a scopo professionale.

Ecco come sono andate le cose e cosa cambierà grazie alla sentenza in favore di Belen.

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Professionisti ringraziano Belen: niente tasse su abiti usati per la professione. Ecco cosa è successo

Niente più tasse su vestiti alla moda, scarpe e addirittura mobili, se usati per l’esercizio della propria professione.

La Commissione tributaria di Milano ha introdotto con la sentenza 6443 un nuovo principio che gioverà notevolmente alle tasche dei professionisti.

Motivo della sentenza è il ricorso dell’artista argentina Belen Rodriguez, nei confronti della quale il Fisco aveva inviato un avviso di accertamento per la detrazione in sede di dichiarazione dei redditi di vestiti griffati, scarpe e mobili.

Perché la Commissione ha dato ragione alla modella? Belen è riuscita a documentare come abiti, accessori e addirittura l’arredamento della propria casa siano in realtà strumenti professionali indispensabili per lo svolgimento del proprio lavoro e potrà quindi beneficiare della detrazione delle tasse al 50%.

Belen ha dimostrato che gli abiti portati in detrazione fossero stati utilizzati in trasmissioni televisive e per contratti d’ingaggio che richiedevano all’artista di presentarsi con i propri vestiti. Così come per i mobili usati per arredarne la casa, impiegata come set per interviste, servizi fotografici e video clip.

La Commissione ha affermato che la deducibilità dei costi non dipende dal tipo di bene acquistato e portato in detrazione ma dallo scopo per cui si compra e del legame con l’attività professionale. La spesa deve essere però proporzionale al proprio reddito annuo.

Per Belen è concesso quindi lo sconto fiscale: nel suo caso l’acquisto di abiti costosi è causa e conseguenza della propria attività professionale.

Ma cosa cambia per le altre categorie professionali? Gli avvocati, i commercialisti e tutti i professionisti che devono mantenere una certa “formalità” ed eleganza nell’esercizio del proprio lavoro potranno beneficiare della stessa benevolenza e comprensione da parte del Fisco?

Niente tasse su vestiti di lusso: sarà per tutti come per Belen?

Belen batte il Fisco. Con la possibilità di detrarre le tasse sugli acquisti di vestiti, accessori e abbigliamento per le showgirl, le altre categorie professionali potrebbero - o meglio dovrebbero - richiedere lo stesso trattamento.

Attualmente e prima del deposito della sentenza della Commissione tributaria di Milano, ad avvocati e professionisti non era stato consentito di detrarre le tasse sulle spese relative all’abbigliamento.

Per gli avvocati è ammessa la detrazione al 100% soltanto del costo della toga, utilizzata nell’esercizio della propria attività professionale, così come per i camici dei medici: si tratta di un costo totalmente inerente all’attività lavorativa.

Inoltre, la detrazione delle spese di lavoro per le partite Iva è stata ad oggi concessa, al 50%, soltanto per la formazione e l’aggiornamento professionale: master, corsi, convegni, dottorati, libri e così via.

Le disposizioni in vigore fino e la prassi adottata dai professionisti hanno fino ad oggi escluso la possibilità di detrarre le spese relative all’abbigliamento utilizzato per motivi di lavoro.

Ma la novità coinvolgerà anche il mondo di professionisti e titolari di partita Iva. Tailleur, giacche, abiti: da oggi si potrà richiedere la detrazione delle tasse al 50%.
Il Fisco non potrebbe prenderla bene: potrebbero essere avviati controlli da parte dell’Amministrazione finanziaria.

Da oggi però c’è una nuova possibilità di difesa, grazie a Belen e al principio stabilito dalla Commissione tributaria di Milano.

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