Novità sui pagamenti senza contanti, meglio avere banconote nel portafogli

Patrizia Del Pidio

24 Marzo 2025 - 14:44

Lasciare tutta la propria ricchezza nelle mani delle banche rende i cittadini vulnerabili e non più autonomi economicamente. Vediamo come sulla questione contanti si sta cambiando rotta.

Novità sui pagamenti senza contanti, meglio avere banconote nel portafogli

Novità sui pagamenti in contanti, si fa retro marcia? Negli ultimi anni quasi tutti i Paesi hanno favorito una politica che ha mirato al cashless, ovvero a ridurre progressivamente sempre di più l’utilizzo del contante per effettuare pagamento, preferendo i pagamenti digitali.

Norvegia e Svezia sono i Paesi dove meglio è stata recepita questa politica e sono i luoghi dove circola meno contante (in relazione al Pil) tra tutti i Paesi del mondo: solo un pagamento su 10 è effettuato utilizzando banconote o monete. I Paesi scandinavi sono stati i primi a favorire i pagamenti digitali, ma sono anche i primi a fare dietro front.

La vita senza contanti è pericolosa

I pagamenti digitali possono essere una minaccia non solo per il singolo, ma anche per la sicurezza nazionale: il timore che attacchi informatici in una guerra ibrida dei russi sta diventando una costante in Svezia dove, dallo scorso novembre, sembra essere in atto un vero e proprio piano di “sopravvivenza” economica.

La situazione è percepita sia dalle autorità che dai cittadini come molto grave al punto che il Governo sta incoraggiando i cittadini a conservare e utilizzare il denaro contante.

Alla fine dello scorso anno tutti gli svedesi hanno ricevuto a casa un opuscolo dal titolo “Se arriva la crisi o la guerra, consigliando alle persone di usare regolarmente il contante e di conservare un minimo di una scorta settimanale in vari tagli per rafforzare la preparazione".

A seguito di quella che è stata definita la “guerra ibrida” i governi di Svezia e Norvegia sono intervenuti nel favorire la conservazione del contante. In Norvegia sono state anche previste multe per i commercianti che non accettano più contanti. L’invito dei due governi fa pensare, quindi, che abbandonare il contante non è un’idea così brillante, visto che in caso di emergenze vere o presunte resta il modo più sicuro di pagare e di avere una moneta di scambio.

Emilie Mehl, ex ministro norvegese della Giustizia e delle Emergenze, ha dichiarato che

“Se nessuno paga in contanti e nessuno accetta contanti, il contante non sarà più una vera soluzione di emergenza una volta che la crisi sarà alle porte”.

Dalla lotta al contante ai rischi

Negli ultimi anni la lotta all’utilizzo del contante è stata motivata con il bisogno di una maggiore tracciabilità, con la lotta all’evasione fiscale e con il contrasto del riciclaggio del denaro sporco. In ultimo sembra essere anche più comodo non essere schiavi dei contanti. La lotta al contante ha visto la volontà da parte dei governanti di far sparire del tutto monete e banconote per poi, però, rendersi conto che la moneta digitale è molto più fragile e a rischio di attacchi informatici.

Blackout tecnologici, malfunzionamenti e attacchi hacker rendono vulnerabili i pagamenti digitali esponendo, tra l’altro, la società a rischi enormi visto che proprio il contante rappresenta l’ultima possibilità del cittadino di avere una autonomia economica. Il contante non ha bisogno di connessione a internet, non richiede aggiornamenti e può essere utilizzato per pagare anche durante i blackout
Al riguardo si è espressa anche la premier Giorgia Meloni la quale ha dichiarato “Non siamo contrari all’euro digitale, purché non sia sostitutivo del contante“.

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