Le tensioni geopolitiche hanno permesso all’oro di riportarsi in quota 1.900 dollari. Anche grazie all’andamento dei fondamentali, le stime degli analisti sono improntate all’ottimismo.
La strategia russa di guerra non dichiarata, una zona grigia in cui non è più possibile distinguere pace e belligeranza (“dottrina” Gerasimov), è mal digerita dagli operatori sui mercati finanziari.
Se c’è una cosa che i mercati dei capitali non riescono proprio a sopportare è l’attuale clima di incertezza, in cui a schiarite seguono notizie negative e viceversa.
In questo clima le piazze azionarie sono lo specchio dell’umore degli operatori, il mercato dei bond sta dosando i rialzi dei rendimenti e l’unico asset che sta offrendo una qualche forma di garanzia è l’oro.
“Quando c’è molta incertezza e l’ansia cresce, l’oro rappresenta ancora un porto sicuro”, ha detto Jim Wyckoff, senior analyst di Kitco Metals.
Oro: il quadro grafico
Negli ultimi sei mesi, il grafico dell’oro ha finito per disegnare un triangolo piuttosto simmetrico, una figura in cui non è facile individuare “l’uscita” dei prezzi.
La linea superiore del triangolo è ottenuta dalla congiunzione dai massimi fatti registrare dal prezzo dell’oro il 6 gennaio ed il 1° giugno 2021, quella inferiore dalla trendline nata dall’unione dei minimi registrati l’8 marzo ed il 20 settembre, sempre 2021.
Prezzo Oro, grafico giornaliero. Fonte: TeleTrader
Una possibile direzionalità positiva poteva essere ricavata dalla tenuta di quota 1.865 dollari, che, con la linea gennaio-giugno, forma un triangolo ascendente (che, per l’appunto, preannuncia una salita dei corsi).
In questo contesto, i prezzi sono riusciti a passare dai 1.800 dollari di inizio mese agli attuali 1.900 dollari, il livello maggiore da giugno 2021. Il prossimo obiettivo è rappresentato dai 1.916 dollari toccati lo scorso 1° giugno.
A ribasso invece, l’ipotenusa del triangolo ascendente, indicativamente in quota 1.840 dollari, rappresenta un livello utile a contenere eventuali cadute dei corsi.
Oro: le cause fondamentali del rialzo
In un contesto di tassi di interesse in risalita, l’oro in genere, non offrendo un rendimento, tende a soffrire. Questa volta però, oltre alle tensioni geopolitiche ci sono altre ragioni dietro il rally.
Secondo i dati recentemente diffusi dal World Gold Council, gli acquisti di oro in arrivo dall’industria dei gioielli indiana, il subcontinente è in prima posizione per domanda di oro fisico destinato alla realizzazione di gioielli, l’anno scorso sono quasi raddoppiati a 611 tonnellate.
Andamento da record anche per il secondo Paese in classifica, la Cina, che ha visto lo shopping crescere del 63% a 675 tonnellate.
Se nel caso dell’India il boom della domanda è legato al ritorno dei matrimoni, dopo lo stop imposto nel 2020 dalla pandemia, in quello della Cina il boom è probabilmente legato alla politica del “Zero Covid” che, azzerando i viaggi (255 miliardi di dollari nel 2019), ha liberato risorse da investire in quello che da sempre rappresenta il rifugio sicuro per eccellenza.
Dai dati WGC emerge come l’incremento dei consumi in questi due Paesi, pari a 556 tonnellate, ha quasi compensato i minori acquisti di investitori privati e banche centrali (-558 tonnellate).
Prospettive Oro: prezzi in direzione 2mila dollari?
Secondo Florian Grummes, Ad di Midas Touch, il prossimo target sono i 2mila dollari.
“Credo che nelle prossime settimane arriveremo a 1.975 dollari, forse nel giro di 1-3 mesi, forse anche con un breve superamento di quota 2 mila”.
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