A seguito della comunicazione del FOMC la volatilità dei prezzi di borsa è aumentata, esprimendo a pieno il panico degli operatori. Cosa è possibile dedurre da questi movimenti di mercato?
La settimana di borsa appena conclusa ha portato con se innumerevoli novità capaci di sconvolgere il pubblico degli operatori di borsa, provocando sui mercati finanziari moltissima volatilità, come dimostrato dall’aumento dell’indice di volatilità statunitense (VIX) ed europeo (VSTOXX).
È possibile suddividere la settimana in due fasi: nella prima, il mercato ha ridotto la variazione dei propri movimenti in attesa della decisione del FOMC mentre nella seconda ha espresso la propria opinione riguardo la comunicazione di Powell.
Cosa è possibile concludere dai movimenti borsistici di questa settimana?
L’impatto in borsa del rialzo tassi Fed
Powell è stato molto chiaro: la lotta all’inflazione resta al primo posto fra gli obiettivi della Fed ma la banca centrale si mostrerà pronta a usare tutti gli strumenti a disposizione per mantenere al sicuro il sistema bancario. Di fronte a questa dichiarazione, i mercati hanno inizialmente mostrato indecisione nei propri movimenti.
I giorni successivi invece le borse hanno decisamente espresso il proprio parere riguardo la situazione macroeconomica: tornano a crescere i titoli tech e gli asset del comparto criptovalutario, strumenti molto sensibili alle variazioni del balance sheet delle banche centrali.
Il Nasdaq è tornato a testare i massimi relativi posizionati sulla soglia dei 12.800 punti mentre il padre delle crypto, Bitcoin, continua a cercare di sfondare la resistenza posta sui $28.500, senza al momento riuscirci. In contemporanea, i timori relativi a un crack bancario globale si sono amplificati, riducendo le quotazioni dei titoli bancari. Questo mese, l’indice bancario statunitense presenta infatti una perdita superiore al 20%, mentre quello europeo oltre il 12%. Infine, il clima di terrore che circonda gli operatori di borsa ha influenzato positivamente il prezzo del bene rifugio per eccellenza: l’oro, i cui futures venerdì hanno toccato la soglia dei $2.000.
Le conseguenze della crisi bancaria sul comparto finance
Gli scandali bancari non si sono conclusi con il caso statunitense della Silicon Valley Banks e quello europeo di Credit Suisse: il panico si è espanso contagiando persino Deutsche Bank. Dopo la crescita dei CDS di giovedì sera, venerdì le azioni dell’istituto creditizio hanno perso più del 10%.
Nello specifico, Deutsche Bank riscatterà titoli Tier 2 subordinati da $1,5 miliardi a tasso fisso con scadenza al 2028. Il conseguente drastico crollo delle obbligazioni Additional Tier 1 (AT1) di Deutsche Bank ha creato ulteriore panico fra gli operatori che hanno reagito ricoprendo di vendite i titoli appartenenti all’intero settore bancario globale.
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