Pensioni, calcolo contributivo: coefficiente e tasso di capitalizzazione per il 2019

Simone Micocci

11 Aprile 2019 - 09:38

Per chi va in pensione nel 2019 il montante contributivo (alla data del 31 dicembre 2017) va moltiplicato per il tasso di capitalizzazione 1,013478.

Pensioni, calcolo contributivo: coefficiente e tasso di capitalizzazione per il 2019

Pensioni: dopo aver visto i coefficienti di rivalutazione degli stipendi - appena aggiornati dall’Inps - è il momento dei coefficienti, e dei tassi, di capitalizzazione, anch’essi aggiornati nel 2019.

Prima di vedere la tabella dei coefficienti di capitalizzazione aggiornati al 2019 è bene fare chiarezza sulla differenza che c’è con i coefficienti di rivalutazione degli stipendi. Il primo parametro si applica per il calcolo contributivo della pensione, visto che il tasso di capitalizzazione viene utilizzato ogni anno per la rivalutazione del montante contributivo accumulato dal lavoratore; il coefficiente di rivalutazione, invece, si utilizza nel calcolo retributivo della pensione andando ad adeguare gli stipendi percepiti negli anni alla variazione dell’inflazione.

Un’altra differenza sta nel fatto che il coefficiente di capitalizzazione per il calcolo contributivo della pensione non varia a seconda dell’andamento dell’inflazione, bensì in base a quello del PIL. La rivalutazione della quota di contributi accreditata in regime contributivo (quindi dopo il 1° gennaio 1996, o 1° gennaio 2012 per chi alla data del 31 dicembre 1995 ha maturato 18 anni di contributi), nel dettaglio, è pari alla media delle variazioni del PIL (Prodotto Interno Lordo) negli ultimi cinque anni.

Coefficiente di capitalizzazione: perché è importante?

Per capire l’importanza del coefficiente - o tasso - di capitalizzazione è bene ricordare, a grandi linee, come funziona il calcolo della pensione con sistema contributivo.

A differenza del metodo retributivo, nel quale si tiene conto delle migliori retribuzioni che il lavoratore ha percepito nell’arco della carriera (adeguate all’andamento dell’inflazione con il coefficiente di rivalutazione), nel calcolo contributivo - introdotto dal 1° gennaio 1996 - l’importo della pensione dipende esclusivamente dai contributi maturati dall’interessato.

Nel dettaglio per il calcolo della pensione con sistema contributivo si parte moltiplicando la retribuzione pensionabile annua per l’aliquota di computo, ossia la percentuale di retribuzione accantonata ogni anno come contribuzione a fini previdenziali. Ogni anno poi il montante contributivo viene moltiplicato per il tasso di capitalizzazione annuo, con il quale appunto questo viene rivalutato in base all’andamento della crescita nominale del PIL (negli ultimi 5 anni). È bene sottolineare, però, che non vengono rivalutati i contributi accreditati al lavoratore nell’anno precedente al pensionamento, per i quali quindi non si applica alcun coefficiente di capitalizzazione.

A questo punto il montante contributivo rivalutato si trasforma in assegno pensionistico: ciò avviene moltiplicandolo per un coefficiente di trasformazione, che varia ogni due anni.

L’importanza del tasso di capitalizzazione, quindi, dovrebbe essere chiara: infatti, maggiore è la crescita dell’economia italiana e più alto sarà il tasso di capitalizzazione, e di conseguenza anche il futuro assegno di pensione riconosciuto al lavoratore avrà un importo più elevato. Contrariamente, un rallentamento dell’economia italiana, come quello a cui stiamo assistendo, avrà ripercussioni negative sulla pensione, perlomeno per la quota di assegno calcolata con il sistema contributivo.

Coefficiente di capitalizzazione: tabella aggiornata al 2019

Dopo aver risposto alla domanda sul perché il coefficiente di capitalizzazione è importante, possiamo vedere la tabella con i tassi aggiornati al 2019. Prima di andare avanti, però, è importante ricordare che su questi si applicano le recenti modifiche apportate con il decreto 65/2015, con il quale - come potete vedere dalla tabella - per ovviare per la prima volta ad una variazione negativa del PIL che avrebbe comportato una svalutazione del montante contributivo maturato è stato adottato un tasso di rivalutazione neutro, pari ad 1.

Come si utilizzano quindi i dati contenuti nella tabella? Semplice; per chi va in pensione nel 2019 il montante complessivo va rivalutato alla data del 31 dicembre 2017, moltiplicandolo per il tasso 1,013478. I contributi versati nel 2019, così come quelli nel 2018, infatti, non sono soggetti a nessuna rivalutazione come vi abbiamo già anticipato.

Decorrenza pensione Data montante contributivo Coefficiente di capitalizzazione Tasso di capitalizzazione! 2000 31 dicembre 1998 0,56503 1,056503
2001 31 dicembre 1999 0,51781 1,051781
2002 31 dicembre 2000 0,47781 1,047781
2003 31 dicembre 2001 0,43698 1,43698
2004 31 dicembre 2002 0,41614 1,41614
2005 31 dicembre 2003 0,039272 1,039272
2006 31 dicembre 2004 0,040506 1,040506
2007 31 dicembre 2005 0,035386 1,035386
2008 31 dicembre 2006 0,033937 1,033937
2009 31 dicembre 2007 0,034625 1,034625
2010 31 dicembre 2008 0,033201 1,033201
2011 31 dicembre 2009 0,17935 1,17935
2012 31 dicembre 2010 0,16165 1,16165
2013 31 dicembre 2011 0,011344 1,011344
2014 31 dicembre 2012 0,001643 1,001643
2015 31 dicembre 2013 0 1
2016 31 dicembre 2014 0,005058 1,005058
2017 31 dicembre 2015 0,004684 1,004684
2018 31 dicembre 2016 0,005205 1,005205
2019 31 dicembre 2017 0,013478 1,013478

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