Pensioni: cos’è il montante contributivo e come si calcola

Antonio Cosenza

13 Gennaio 2021 - 15:11

Pensione: perché è così importante il montante contributivo? Ecco tutte le informazioni a riguardo.

Pensioni: cos’è il montante contributivo e come si calcola

Pensioni: spesso sentiamo parlare di montante contributivo ma pochi sanno effettivamente di cosa si tratta e - soprattutto - come si calcola.

Eppure, con il passaggio dal regime di calcolo retributivo al contributivo, il montante contributivo è diventato un elemento imprescindibile dal quale dipende l’importo della pensione futura. Sull’importo della stessa, infatti, influirà sia il valore del montante contributivo quanto la data del pensionamento (e di seguito vi spiegheremo il perché).

Come noto ai più, il regime di calcolo contributivo è meno vantaggioso per il lavoratore rispetto al retributivo. Con questo, infatti, si tiene conto di tutta la storia lavorativa dell’interessato, mentre con il retributivo si prende come riferimento la retribuzione degli ultimi anni di lavoro che solitamente è più alta rispetto a quella iniziale.

Per capire il perché di questa differenza bisogna appunto far chiarezza su come si forma il montante contributivo della pensione, ossia quali sono le voci che lo compongono.

Montante contributivo della pensione: come si forma?

Possiamo definire il montante contributivo come il capitale che il lavoratore ha accumulato durante la propria carriera, dal quale poi viene calcolato l’importo della pensione.

Come anticipato, questo viene preso in considerazione per la sola quota della pensione calcolata con il sistema contributivo, quindi per i contributi accreditati dal 1° gennaio 1996 in poi (o in alcuni casi successivamente al 1° gennaio 2012).

Nel dettaglio, il montante individuale contributivo viene così calcolato:

  • come prima cosa bisogna individuare la base imponibile annua, ossia la retribuzione annua - nel caso dei lavoratori dipendenti - o il reddito annuo per gli autonomi;
  • moltiplicare la base imponibile annua per l’aliquota di computo che per il lavoro dipendente è pari al 33% mentre per il lavoro autonomo è del 23%. In questo modo si calcola l’ammontare dei contributi accreditati in ogni anno;
  • a questo punto i contributi accreditati ogni anno vanno rivalutati moltiplicandoli per il tasso di capitalizzazione;
  • infine, tutti i contributi accreditati annualmente e rivalutati vengono sommati, andando così a formare il montante contributivo della pensione.

Ogni anno di lavoro, quindi, il valore del montante contributivo aumenta (tanto più è elevata la retribuzione percepita). È per questo motivo che restare a lavoro per un maggior numero di anni garantisce un assegno di importo più elevato.

Ciò dipende sia dal fatto che il montante contributivo aumenta, quanto dal vantaggio che questo si trasforma in pensione con un tasso più favorevole.

Montante contributivo: come si trasforma in pensione

Una volta capito da cosa si compone il montante contributivo, bisogna fare chiarezza su come questo si trasforma nell’importo della pensione.

Ebbene, questo acquisisce importanza nel momento in cui si va in pensione. È qui, infatti, che il montante contributivo viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione, il quale è tanto più alto quanto più si ritarda l’accesso alla pensione. Motivo in più - rispetto a quello suddetto - per cui continuare a lavorare per più anni garantisce un importo di pensione più elevato.

I coefficienti di trasformazione vengono aggiornati ogni due anni; di seguito trovate la tabella in vigore dal 1° gennaio 2021, quando sono stati introdotti coefficienti di trasformazione meno vantaggiosi rispetto a quelli in vigore nel precedente biennio.

Decreto interministeriale del 01 giugno 2020: aggiornamento coefficienti di trasformazione montante contributivo
Clicca qui per consultare i coefficienti di trasformazione del montante contributivo, utili per il calcolo dell’assegno per i contributi maturati dopo il 1° gennaio 1996, in vigore dal 1° gennaio 2021.

Ragion per cui andare in pensione quest’anno conviene meno (ma d’altronde con l’avanzare degli anni sarà sempre peggio in quanto i coefficienti di trasformazione continueranno ad essere rivisti al ribasso).

Iscriviti a Money.it