Pensioni, la minima sale a 1.000 euro per questi (pochi) pensionati

Simone Micocci

17/04/2024

Pensione a 1.000 euro in Italia, ma non c’entra nulla la proposta di Forza Italia.

Pensioni, la minima sale a 1.000 euro per questi (pochi) pensionati

La campagna elettorale del 2022 fu scossa da una proposta sensazionale fatta da Silvio Berlusconi: aumentare le pensioni minime a 1.000 euro al mese, ripetendo l’operazione fatta nel 2001 quando fu introdotta la maggiorazione sociale ancora oggi conosciuta come incremento al milione.

Tant’è che uno dei primi provvedimenti approvati dal governo Meloni ha portato a un incremento straordinario delle pensioni inferiori al minimo dell’1,5% nel 2023, aumentato al 6,4% per chi ha più di 75 anni. Aumento che nel 2024 è diventato del 2,7% per tutti, con l’incognita per il 2025 visto che con la prossima manovra bisognerà trovare le risorse per la conferma dell’aumento straordinario.

E le anticipazioni sulla legge di Bilancio 2024 non fanno ben sperare in tal senso, in quanto il governo potrebbe persino aver bisogno di effettuare dei tagli sulle pensioni.

Tuttavia, mentre il progetto di portare tutte le pensioni minime a 1.000 euro (oggi pari a 598,61 euro, 614,77 euro considerando anche la rivalutazione) sembra pian piano dissolversi (per quanto va detto fin dal primo momento sembrava essere fin troppo ambizioso), una piccola parte di italiani godrà comunque di un tale importo.

Infatti, c’è una Provincia autonoma, che spesso si contraddistingue per la bontà dei servizi di welfare riconosciuti ai cittadini, che presto potrebbe introdurre un’apposita integrazione alla pensione minima che verrà così portata a raggiungere la soglia dei 1.000 euro.

Ci riferiamo all’Alto Adige, dove il Consiglio provinciale qualche settimana fa ha approvato la mozione - presentata dai consiglieri Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) e Ulli Mair (Freiheitlichen) - che autorizza l’aumento delle pensioni minime e potrebbe estendere la platea dei beneficiari.

Una buona notizia per i pensionati in condizione di povertà residenti in Provincia, anche perché l’aumento delle pensioni minime dovrà essere compatibile anche con altre misure per il sostegno al reddito, come ad esempio il contributo per il canone d’affitto.

Cos’è il contributo per le spese accessorie per anziani

L’aumento di 1.000 euro non è però immediatamente operativo. Dopo l’approvazione da parte del Consiglio provinciale, spetterà alla Giunta intervenire per aumentare l’attuale contributo per le spese accessorie per anziani.

Si tratta di un contributo che viene riconosciuto alle persone anziane con pensione minima che hanno almeno 65 anni, vivono da sole, e hanno un reddito da pensione che non supera i 10 mila euro netti (oltre a non possedere altri patrimoni di rilievo oltre all’abitazione o alla casa di proprietà).

È inoltre richiesta la dimora stabile e ininterrotta da almeno 12 mesi in provincia di Bolzano al momento di presentazione della domanda.

Il contributo economico copre le spese condominiali e delle utenze, per un importo fino a 500 euro.

L’obiettivo è di incrementare questo valore, portandolo a 1.000 euro entro i prossimi 12 mesi. Inoltre, i criteri di accesso alla misura dovranno essere adeguati in modo da renderla accessibile anche alle coppie, nonché cumulabile con il contributo al canone di locazione e per le spese accessorie spettante a persone e famiglie con contratto di affitto regolarmente registrato per unità immobiliari a uso abitativo site nella Provincia di Bolzano.

Di fatto, considerando che il contributo spetta a chi ha una pensione di circa 833 euro, con il contributo si arriverà quasi a toccare i 2.000 euro. Ovviamente va considerato anche un costo della vita generalmente più alto rispetto ad altre zone d’Italia, ma questa novità conferma l’efficienza del modello di welfare altoatesino.

Le altre novità della mozione

Ma non è tutto: il Consiglio ha approvato anche il punto in cui viene prevista la revisione dell’attuale sistema di aiuti al fine di garantire un reddito minimo di sussistenza a tutte le persone residenti nella Provincia di Bolzano.

E ancora, viene chiesto alla Giunta di intervenire presso i ministeri competenti e l’Inps al fine di giungere a un accordo affinché i sussidi riconosciuti dalla provincia non vengano calcolati come reddito, in modo da non incidere sull’eventuale accesso ad altre misure nazionali.

Una mozione, quindi, che ha diversi aspetti per far sperare gli anziani residenti nella Provincia e che vivono in una condizione di povertà ma alla quale serve ancora un po’ di tempo prima di portare ai primi risultati.

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