Riforma delle pensioni: l’Inps pensa all’introduzione di un fondo di previdenza complementare completamente gestito dallo Stato. Possibili novità già nella prossima Legge di Bilancio.
Pensioni: tra le novità previste dalla Legge di Bilancio 2020 potrebbe esserci anche l’introduzione di un fondo di previdenza complementare pubblico. Ad annunciarlo è stato il Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che in questi giorni è stato intervistato dal Forum Ansa.
Il Presidente dell’Inps, oltre a ribadire che non sono previste novità né per Quota 100 né per l’adeguamento delle aspettative di vita, ha indicato la via che il Governo sta pensando di seguire per risolvere uno dei problemi che caratterizza il sistema previdenziale italiano, ossia quello della scarsa adesione ai fondi di previdenza complementare. Ad oggi, infatti, sono circa 7,9 milioni gli italiani iscritti ad un fondo di previdenza, pochi rispetto a quanto succede nel resto d’Europa.
Mentre in altri Paesi il secondo e il terzo pilastro previdenziale hanno più o meno lo stesso peso del primo (ossia la previdenza pubblica) in Italia non è così: sono ancora troppo pochi i lavoratori che hanno deciso di aderire ad un fondo pensioni, incuranti dei vantaggi che ciò comporterebbe sulla loro posizione previdenziale.
Ecco perché il Governo, con il placet dell’Inps, sembra aver deciso di correre ai ripari già per il 2020, prevedendo nella prossima Legge di Bilancio le risorse per introdurre un fondo di previdenza complementare pubblico.
Novità pensioni: previdenza complementare pubblica nella Legge di Bilancio 2020
Oggi i fondi di previdenza complementare oltre ad avere una scarsa adesione (solitamente vi aderiscono coloro che “sono già ricchi”) allocano la maggior parte dei fondi all’estero, con investimenti in altri Paesi.
Ecco perché quando dal Ministero del Lavoro è arrivata la richiesta di un parere in merito ai provvedimenti da inserire nella prossima riforma delle pensioni (che conterrà la proroga di Opzione Donna e dell’Ape Sociale), l’Inps ha cominciato a riflettere sulla possibilità di creare un fondo di previdenza complementare pubblico.
A tal proposito il presidente dell’Inps ha svelato alcune caratteristiche del nuovo fondo di previdenza complementare: nel dettaglio, questo sarebbe interamente gestito dall’Inps e avrebbe adesione volontaria.
Grazie a questo fondo si potrebbero raggiungere due importanti obiettivi: da una parte si potrebbe far sì che i lavoratori possano cumulare i contributi versati nei due fondi (ossia quello obbligatorio e il complementare) così da coprire eventuali buchi contributivi, mentre dall’altra questi si potrebbero assicurare quella che viene chiamata anche “pensione di garanzia”.
Con l’introduzione del fondo di previdenza complementare pubblico, progetto che potrebbe vedere il coinvolgimento anche della Cassa depositi e prestiti, si potrebbe anche “studiare uno strumento di defiscalizzazione per le persone più svantaggiate”.
I più attenti ricorderanno che non è la prima volta che Tridico parla di introdurre un fondo di previdenza complementare pubblico: già questa estate - durante la lettura del Rapporto annuale - il Presidente dell’Inps aveva dichiarato che la sfida dell’Istituto per i prossimi anni sarà quella di “aumentare il numero delle adesioni attraverso la costituzione di una valida alternativa ai fondi privati” così da aumentare anche gli investimenti diretti del nostro Paese.
E adesso che anche dal Governo sembra esserci il consenso non è escluso che quelle che fino a poco tempo fa sembravano essere solamente delle idee possano concretizzarsi al più presto.
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