Pensioni, perché la riforma può saltare

Simone Micocci

3 Marzo 2023 - 11:03

Pensioni, riforma a rischio? In stallo il confronto tra governo e sindacati, altre priorità potrebbero far passare in secondo piano le modifiche alla legge Fornero.

Pensioni, perché la riforma può saltare

I sindacati sono preoccupati per il silenzio del governo sul fronte riforma delle pensioni. Dopo i primi due incontri che si sono tenuti nelle scorse settimane - dove le parti sociali lamentano di non aver ottenuto le risposte sperate - a oggi non è stata ancora calendarizzata una terza riunione.

Un terzo incontro particolarmente atteso, perché dopo aver affrontato temi come giovani e donne, questa volta si dovrebbe entrare nel vivo discutendo delle misure di flessibilità da adottare già nel 2024, così da permettere di anticipare l’accesso alla pensione rispetto a quanto previsto dalla legge Fornero. E nello stesso incontro dovrebbe essere sciolto il nodo delle risorse a disposizione, sulle quali il ministero del Lavoro non ha ancora fatto luce.

Quanto sta succedendo spaventa coloro che si erano affidati ai proclami del governo, il quale ha posto come obiettivo finale - da raggiungere entro il termine della legislatura - il superamento della legge Fornero. Anche perché il tempo stringe: il piano, infatti, era di arrivare a un accordo entro aprile, quando alle Camere verrà presentato il Documento di economia e finanza (Def) con le previsioni di spesa per il 2024. Difficile che tale scadenza verrà rispettata, più probabile a questo punto che slitti alla fine dell’estate, con la nota di aggiornamento al Def da presentare entro il 20 settembre.

Le difficoltà riscontrate dal governo Meloni

In questi primi mesi di mandato il governo Meloni si è caricato di notevoli responsabilità. Dallo stop al Superbonus e alla cessione del credito, come pure l’addio al Reddito di cittadinanza per il quale bisognerà pensare a un sostituto. A questi poi si aggiunge la guerra in Ucraina, la questione migranti e tanti altri temi ancora che potrebbero far slittare la riforma delle pensioni in fondo alle priorità dell’Esecutivo.

D’altronde quanto fatto in legge di Bilancio 2023 lo dimostra: dall’introduzione di Quota 103 che interessa una platea ridotta di persone, alle modifiche di Opzione donna che hanno contribuito a limitare notevolmente il numero di persone coinvolte.

Proprio la questione Opzione donna è emblematica per capire bene quanto sta succedendo. Nel primo incontro (del 24 gennaio) con i sindacati la ministra del Lavoro ha garantito che modifiche a Opzione donna sarebbero state poste all’ordine del giorno, tuttavia alla fine non se n’è fatto nulla tant’è che nel secondo incontro - a cui Calderone non ha neppure preso parte - il sottosegretario Durigon non ha saputo fornire alcuna risposta a riguardo.

Eppure l’occasione per apportare modifiche a Opzione donna il governo l’aveva con il decreto Milleproroghe, che tuttavia manca di qualsiasi riferimento alla pensione anticipata per le lavoratrici (non è chiaro se per mancanza di risorse o per una chiara volontà politica).

A tal proposito, nelle ultime ore è emersa una nuova possibilità per Opzione donna che sa quasi di ultima spiaggia: in aprile, infatti, potrebbe esserci un decreto ad hoc che ne andrà a ripristinare - per un periodo più o meno limitato - i vecchi requisiti, consentendo così l’accesso anche a quel 90% di escluse a causa delle modifiche introdotte in manovra.

Perché la riforma delle pensioni può saltare

Intendiamoci, novità per il 2024 sul fronte pensioni ci saranno. Il rischio però è che si tratti di misure ancora provvisorie e limitate a una platea circoscritta, com’è stato prima per Quota 102 e adesso per Quota 103, in quanto a oggi il governo non sembra avere intenzione - né sufficienti risorse - per impegnarsi in una riforma delle pensioni definitiva che abbracci le richieste dei sindacati, come ad esempio il pensionamento per tutti a 62 anni di età o in alternativa con 41 anni di contributi (ma senza vincoli per l’età).

La situazione precaria in Ucraina, prezzi di elettricità e gas che scendono ma non fanno ancora stare tranquilli, anche perché a marzo scadono gli aiuti, i nodi Superbonus e Reddito di cittadinanza, la stessa riforma fiscale che nei piani dell’Esecutivo dovrebbe essere approvata entro l’estate: tutti temi caldi che potrebbero far passare in secondo piano - se già non l’hanno fatto - le discussioni per una riforma delle pensioni.

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