Il rimbalzo dai minimi di agosto rallenta. Ma gli analisti sono ottimisti e fissano nuovi target price lontani circa il 30% dai livelli attuali. Ecco perché il titolo può salire.
Perché Eni può salire di quasi il 30% secondo gli analisti? La risposta risiede in una serie di mosse strategiche che stanno trasformando il colosso energetico italiano in un protagonista sempre più competitivo e sostenibile. Dalla cessione mirata di asset non strategici all’avvio di importanti progetti di sviluppo, Eni sta ribilanciando il proprio portafoglio con una precisione chirurgica, guadagnando la fiducia dei mercati e spingendo gli analisti a prevedere un rialzo delle azioni fino al 30%.
Un elemento cruciale che ha alimentato queste previsioni positive è la vendita da parte di Eni della Nigerian Agip Oil Company (NAOC) a Oando PLC, una delle principali società energetiche in Africa. Questa mossa, approvata da tutte le autorità competenti, riflette la strategia di Eni di concentrare le proprie risorse su asset più strategici e remunerativi, migliorando così l’efficienza operativa e il profilo di rischio del proprio portafoglio. Il mantenimento della partecipazione in SPDC (Shell Production Development Company Joint Venture) dimostra l’intenzione di Eni di mantenere una presenza strategica in Nigeria, senza compromettere le opportunità future nel settore degli agri-feedstock e nei progetti deepwater.
Un altro sviluppo significativo è l’avvio della produzione di gas dal giacimento Argo Cassiopea nel Canale di Sicilia, il più grande progetto di sviluppo a gas in Italia. Con riserve stimate di circa 10 miliardi di metri cubi di gas, il giacimento potrà soddisfare il 2,5% della domanda del mercato italiano, rappresentando un tassello fondamentale per la sicurezza energetica del Paese. Questo progetto, operato in joint venture con Energean, rafforza la posizione di Eni come leader nel settore energetico italiano e ne sottolinea l’impegno nella transizione verso un’energia a basse emissioni.
In questo contesto, gli analisti di Banca Akros hanno assegnato un rating “buy” a Eni con un target price di 18,50 euro, mentre Mediobanca ha valutato il titolo “outperform”. Anche WebSim Intermonte ha espresso un giudizio “interessante” con un target price di 18 euro. Questi rating riflettono la fiducia degli analisti nella capacità di Eni di capitalizzare su queste iniziative e di incrementare significativamente il valore per gli azionisti nei prossimi mesi.
Eni: strategie operative con i Turbo Certificates di UniCredit
Il titolo Eni ha interrotto il rimbalzo realizzato dai minimi di agosto in area 14,70 circa. Senza il superamento di questa resistenza i prezzi potrebbero avviare una fase laterale in attesa di nuovi spunti. Il ritorno sotto area 14,20 potrebbe portare a un nuovo test di area 13,90. Oltre 14,70 e alla rottura di 14,80, atteso invece il test dei 15 euro, resistenza significativa in grado di impedire un nuovo allungo verso 15,80 euro.
Per operare long su Eni potrebbe aver senso utilizzare un certificato Turbo Open End di Unicredit con ISIN DE000HC16ZT9. Il certificato ha come sottostante Eni e presenta una barriera distante attualmente il 19,16%.
Per operare Short, invece, potrebbe essere appropriato utilizzare il certificato Turbo Open End Short di Unicredit con ISIN DE000HC9KHV9, avente una barriera distante il 16,41% come sottostante Eni.
Ricordiamo che tale barriera corrisponde a un vero e proprio stop loss, intrinseco nel prodotto, toccato il quale si genera automaticamente la chiusura della posizione.
I certificati Turbo Open End di Unicredit, inoltre, eliminano il problema del limite temporale dall’investimento senza però mantenere la presenza del fastidioso effetto compounding. Sono comunque strumenti finanziari complessi: per le operazioni di trading resta importante settare uno stop loss sulla base delle proprie esigenze e delle giuste regole di money management.
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