Una crisi del gas in Europa sembra scongiurata, ma non impossibile. Perché la questione della fornitura di questo combustibile per l’inverno resta controversa e pericolosa per il vecchio continente.
Il prezzo del gas nel benchmark europeo viaggia sotto i 50 euro per megawattora, mentre gli stoccaggi del blocco sono pieni in vista dell’inverno.
Le notizie sul fronte energetico sembrano essere ottimiste per il vecchio continente, dopo la crisi senza precedenti vissuta con l’invasione della Russia in Ucraina. Tuttavia, la questione dell’approvvigionamento di gas è molto più complessa di quanto possa apparire. E, soprattutto, nasconde insidie da non sottovalutare.
Cosa c’è da sapere sulla capacità dell’Europa di soddisfare la domanda di gas naturale e quali fattori monitorare per evitare brutte sorprese.
Perché l’Europa deposita gas in Ucraina?
Le riserve di gas naturale dell’Ue si stanno avvicinando alla piena capacità, costringendo quindi le società energetiche del blocco a depositare le riserve in eccesso in Ucraina prima del picco della domanda dei mesi invernali.
Secondo Gas Infrastructure Europe, lo stoccaggio Ue ha raggiunto quasi il 99%, superando l’obiettivo di Bruxelles del 90% della capacità entro novembre.
I dati indicano che quest’anno la regione ha immagazzinato molto più gas di quanto alcuni avessero temuto all’indomani dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, a causa delle continue importazioni di gas naturale liquefatto e della riduzione della domanda.
Ciò rende l’Ue meno vulnerabile a uno shock energetico, anche se non garantisce che il continente avrà tutta l’energia di cui ha bisogno per il prossimo inverno.
Ora, la novità è che le aziende si rivolgono sempre più all’Ucraina, sede dei più grandi serbatoi d’Europa, per immagazzinare le proprie riserve, spingendo la quantità di gas naturale detenuto nel paese al livello più alto dall’invasione russa dello scorso anno.
L’Ucraina è emersa come alternativa allo stoccaggio nonostante i rischi derivanti dalla guerra, in parte perché ha offerto incentivi come tariffe di stoccaggio economiche ed esenzioni dai dazi doganali per tre anni, che consentono di reimportare facilmente il gas nell’Ue.
I serbatoi del Paese sono inoltre in gran parte situati nelle profondità del sottosuolo nella parte occidentale, lontano dalle linee del fronte, e attualmente contengono più di 2 miliardi di metri cubi di gas appartenente a entità dell’Ue, secondo Naftogaz, la compagnia energetica statale.
C’è da dire, però, che l’amministratore delegato di Naftogaz, Oleksiy Chernyshov, ha affermato che le aziende europee stanno correndo un “puro rischio commerciale” mettendo il loro gas nei depositi ucraini, che nonostante siano lontani dai combattimenti potrebbero ancora essere presi di mira dagli attacchi russi.
Naftogaz ha dichiarato che 128 delle sue strutture in tutto il Paese sono state danneggiate dagli attacchi russi tra gennaio e ottobre di quest’anno, anche se gli operatori del settore affermano che nessun deposito sotterraneo è stato colpito.
La questione è molto delicata e depositare gas necessario per l’inverno nella nazione in guerra contro la Russia, la maggiore rivale dell’Europa in questo momento, suscita timori.
Il gas europeo basterà per tutto l’inverno?
Il rischio di una carenza di gas in Europa è basso per questo inverno, salvo eventuali interruzioni di fornitura non pianificate o lunghe e profonde ondate di freddo che colpiranno l’Europa e l’Asia allo stesso tempo, ha spiegato Natasha Fielding, responsabile dei prezzi del gas europeo presso Argus, un’agenzia di rilevazione dei prezzi.
Alcuni Paesi stanno anche pagando navi cisterna per Gnl affinché fungano da “stoccaggio galleggiante” offshore per aumentare la capacità. Alex Froley, analista di mercato presso la società di consulenza ICIS ha osservato che se le attuali condizioni meteorologiche e di domanda e offerta rimangono stabili, ci sarà un continuo accumulo di depositi galleggianti nel corso di novembre, raggiungendo forse fino a 30 carichi in attesa al largo dell’Europa
Gli analisti affermano che il gas aggiuntivo immagazzinato potrebbe proteggere da ulteriori forti aumenti dei prezzi del gas europeo, che martedì sono scesi fino al 10% in base alle previsioni di clima più caldo nelle prossime settimane.
Tuttavia, la crescente dipendenza della regione dal Gnl dopo che la Russia ha tagliato le forniture di gas lo scorso anno, ha reso l’Europa più sensibile a potenziali interruzioni delle forniture, nonostante le riserve ormai ampie.
Anche il prezzo del TTF, il benchmark europeo del gas, è stato volatile quest’anno poiché i trader hanno reagito alla guerra tra Israele e Hamas – con Israele che ha interrotto la produzione in un giacimento offshore non lontano da Gaza – e agli scioperi agli impianti australiani.
Wayne Bryan, direttore della ricerca europea sul gas presso LSEG, ha affermato che gli attuali livelli di stoccaggio offrono un cuscinetto a breve termine, ma ha avvertito che il freddo o le interruzioni in Norvegia, un fornitore chiave di gas per l’Europa, “prosciugherebbero rapidamente tali depositi”.
La mancanza di valide alternative al Gnl...lascerà il mercato del gas dell’Ue esposto a maggiori livelli di volatilità, ha aggiunto.
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